Alcuni senatori transfughi del Movimento 5 Stelle non hanno ben chiara la distinzione tra Corea del Nord e Corea del Sud. A svelare l’arcano è stato il giornalista de Il Foglio Luciano Capone che, sul suo profilo Twitter, ha postato lo screenshot di un atto di sindacato ispettivo presentato dai senatori Lannutti, Morra, Lezzi, Giannuzzi, Angrisani, Crucioli, Granato, Moronese, Abate, Mantero e Botto, tutti accomunati da un passato nel partito di Grillo, che ha chiesto al governo italiano di fermare l’invio di armi all’Ucraina e di impegnarsi per aiutare il mondo dello sport russo, escluso dalle competizioni internazionali, a risalire la china.
Gli ex M5S (Lannutti, Morra, Lezzi etc.), in un’interrogazione sull’Ucraina che pare scritta da Lavrov, dicono che è assurdo penalizzare lo sport russo visto che partecipammo alle Olimpiadi 2018 di Pyongyang in Corea del Nord. Ma le Olimpiadi erano a PyeongChang in Corea del Sud. pic.twitter.com/iKbQLL4hFr
— Luciano Capone (@lucianocapone) March 15, 2022
Nell’atto si legge che «Perfino la norma consolidata (anche se non scritta) che separa rigidamente la politica dallo sport è stata calpestata, portando alla decisione di escludere le squadre russe di club e nazionali, e singoli atleti, da tutte le competizioni internazionali». I senatori ex pentastellati hanno poi specificato che «Tanto per mostrare l’assurdità di questa decisione, il boicottaggio sportivo non accadde nemmeno quando l’Italia andò a giocare la finale di coppa Davis nel Cile di Pinochet fresco di golpe» e – ed è qui il capolavoro – «l’intero consesso sportivo mondiale partecipò nel 2018 alle olimpiadi di Pyongyang, proprio nel periodo in cui la Corea del Nord era stata accusata da tutti gli organismi internazionali di violare i diritti umani e di voler scatenare una guerra globale grazie agli esperimenti nucleari che stava conducendo; le squadre e gli sportivi statunitensi e britannici non vennero esclusi da nessuna competizione dopo che quei due Paesi invasero illegalmente l’Iraq nel 2003; e più in generale una decisione del genere non è stata mai presa da nessuna federazione sportiva internazionale».
Insomma, Lanutti, Morra, Lezzi e compagnia hanno scambiato la contea di Pyeongchang, che ospitò i Giochi olimpici invernali del 2018, con Pyongyang, la capitale della Corea del Nord, in una specie di refrain del 2016, quando Luigi Di Maio associò il dittatore cileno Augusto Pinochet al Venezuela.