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Anche Anonymous ha iniziato la sua lotta contro Putin

Il sito del Cremlino è stato reso irraggiungibile e, secondo il 'Kyiv Independent', alcuni canali televisivi russi sono stati hackerati per riprodurre delle canzoni ucraine (ma non è ancora possibile confermare la notizia)

Foto di PAU BARRENA via Getty Images)

Dopo le dichiarazioni e le sanzioni minacciate dai leader occidentali, anche Anonymous ha scelto di schierarsi dalla parte del popolo ucraino oppresso.

Il collettivo di hacker ha dichiarato la sua personale “guerra” contro Vladimir Putin direttamente da uno dei suoi profili Twitter riconosciuti, specificando che non si tratta di un’offensiva nei confronti del popolo russo, ma di una presa di posizione nei confronti degli intenti di colonizzazione del leader del Cremlino: «No. Anonymous non è in guerra con la Russia. Siamo in guerra con Putin», hanno scritto, aggiungendo che «il popolo russo non sostiene la guerra di aggressione di Putin contro il popolo ucraino. Diffidate degli account che pubblicano false dichiarazioni e che non sono nemmeno coinvolti in azioni contro Putin». 

Nelle ultime ore, gli “hactivisti” di Anonymous hanno suggerito alcune linee di condotta da seguire per aiutare i civili ucraini: ad esempio, evitare di mostrare video o immagini di possibili carri armati e aerei ucraini, dato che questo rivelerebbe la loro posizione, evitare di seguire account fake recanti il logo di Anonymous e effettuare donazioni «alle persone devastate dalla guerra».

Il collettivo ha poi in corso operazioni indirizzate a mantenere offline i siti web riconducibili a Mosca e inviare informazioni non filtrate dalla propaganda ai cittadini russi, in modo che possano essere liberi dalla «macchina della censura statale di Putin». Inoltre, si sono impegnati a mantenere attivo l’accesso a internet per il popolo ucraino. 

Nel frattempo, la cyber-war di Anonymous è iniziata: i siti del Cremlino e del ministero della Difesa russo sono stati resi irraggiungibili, così come il portale dell’Autorità per le telecomunicazioni. Inoltre, il collettivo non ha tralasciato i gesti simbolici: secondo quanto riportato dal Kyiv Independent, il principale quotidiano ucraino, alcuni canali televisivi delle emittenti russe sono stati hackerati per riprodurre delle canzoni ucraine (ma non è ancora possibile confermare la notizia).

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