‘Ampio’ e ‘Mettidentro’. Orsini ha dei (seri) problemi con Google Translate | Rolling Stone Italia
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‘Ampio’ e ‘Mettidentro’. Orsini ha dei (seri) problemi con Google Translate

In un video, il docente ha citato un articolo del 'New York Times' scritto da un certo "William J. Ampio". Solo che il giornalista si chiama William J. Board e il luminare stava leggendo un pezzo tradotto con Google. Alla faccia di Vladimiro Mettidentro

‘Ampio’ e ‘Mettidentro’. Orsini ha dei (seri) problemi con Google Translate

Screenshot dal canale YouTube di La7

Diciamolo: il 2022 è stato (anche) il suo anno. Da quando l’invasione russa in Ucraina ha avuto inizio, il prof Alessandro Orsini ha conquistato la fama nazional–popolare, consacrandosi a tutti gli effetti come intellettuale dissidente e principale bastian contrario della televisione pubblica italiana.

Per un numero crescente di adepti, la sua ospitata settimanale a Cartabianca è diventata un appuntamento fisso. La sua presenza ha cambiato nel profondo il volto della trasmissione, trasformandola in un luogo interamente consacrato allo scontro: negli ultimi mesi ci ha regalato una serie di verità piovute dall’alto che, a sua detta, avrebbero messo in scacco una volta per tutte l’ipocrisia occidentale. Solo per citare alcune primizie: abbiamo imparato che «Stoltenberg è pazzo» e che è preferibile che «i bambini vivano in una dittatura piuttosto che muoiano sotto le bombe in nome della democrazia». Ricordo ancora uno scambio surreale durante una puntata di Cartabianca andata in onda a marzo, a un mese dall’inizio dell’invasione russa, quando Orsini dichiarò: «Se davvero Putin, in un condizione disperata in cui rischia di perdere la guerra in Ucraina, dovesse usare la bomba atomica, l’Europa sarebbe moralmente corresponsabile». A quel punto Berlinguer, stupita, gli chiese giustamente: «Quindi bisogna far vincere la guerra a Putin per evitare il rischio legato alla bomba atomica?» e lui, con tutta la calma del mondo, rispose lapidario: «Se si pone il discorso in quest’ottica, dico facciamo vincere la guerra a Putin».

L’ultima acrobazia retorica di Orsini, però, ha dell’incredibile. I fatti: ieri il docente ha postato un video divulgativo sul suo canale YouTube per spiegare nel dettaglio il funzionamento del Memorandum di Budapest – l’accordo con cui l’Ucraina acconsentì a disfarsi delle armi nucleari rimaste sul suo territorio dopo lo scioglimento dell’Unione Sovietica, in cambio della garanzia che i suoi confini sarebbero stati sempre rispettati, tanto dalla Russia quanto dall’Occidente.

La Russia ha violato il memorandum di Budapest del 1994?

A un certo punto (al minuto 1:15, come ha evidenziato il giornalista Antonio Talia in uno spassoso thread su Twitterl, che riportiamo qui sotto), il docente cita un articolo del New York Times scritto da un certo – citiamo testualmente – “William J. Ampio”.

Il problema è che William J. Ampio, be’, non esiste: Orsini, infatti, stava leggendo – con l’ausilio di Google Translate – un articolo firmato da una storica firma del NYT, William J. Broad; e, siccome in inglese “Broad” si traduce come “Ampio” il programma ha tradotto in automatico il nome dell’autore (Orsini, però, non dev’essersene avvenuto). Insomma: il docente che, da febbraio, sostiene di detenere l’unica verità sulla guerra, si serve di articoli tradotti letteralmente su Google, senza neppure accorgersi di macro distorsioni come questa. Che dire: un altro capolavoro del pensatore indignato più mainstream che esista.

Lasciamogli, però, lo spiraglio del dubbio: forse, si trattava di un sofisticato tributo a Elio e le Storie Tese («Ehi, insegnante, lascia i capretti solo!», Do you remember?).

In ogni caso, come ha scritto Luca Bizzarri: «D’altra parte, se ti piace Vladimiro Mettidentro ci si può aspettare di tutto».