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Cosa sta succedendo in Russia?

Il gruppo di mercenari russi Wagner guidato da Yevgeny Prigozhin, ha occupato la città russa di Rostov sul Don. In un discorso alla nazione Putin ha definito le azioni di Prigozhin un atto di tradimento e una «pugnalata alla schiena». Sabato in serata l'avanzata si è fermata a 200 km da Mosca

Mezzi militari della Wagner a Rostov

***Aggiornamento delle 20***

Il gruppo Wagner ha interrotto la sua avanzata quando si trovava a quasi 200 chilometri da Mosca. Alexandr Lukashenko, il presidente della Bielorussia alleato di Putin, ha spiegato di aver trovato un accordo con Yevgeny Prigozhin. Quest’ultimo ha confermato con un messaggio audio su Telegram, eccone la traduzione.

«Stavano per smantellare il gruppo Wagner. Così il 23 giugno abbiamo compiuto una marcia della giustizia. In un giorno, abbiamo camminato fino a quasi 200 chilometri da Mosca. Per tutto il percorso non abbiamo versato una sola goccia di sangue. Ma eravamo arrivati al momento in cui avremmo dovuto versare del sangue. Per questo, comprendendo le responsabilità di versare sangue russo di una delle parti, stiamo riportando indietro i nostri mezzi e tornando agli accampamenti, secondo i piani».

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Nella notte tra venerdì e sabato il capo del gruppo di mercenari russi Wagner, Yevgeny Prigozhin, ha annunciato che stava marciando sulla città russa di Rostov sul Don, non lontano dal confine con l’Ucraina: «Abbiamo attraversato il confine di Stato in tutti i luoghi. Entriamo a Rostov. Andiamo oltre. Andiamo fino alla fine», avrebbe detto.

Da mesi Prigozhin accusava il ministero della Difesa di corruzione e l’esercito russo di aver attaccato i suoi miliziani. E aveva annunciato anche che avrebbe guidato i suoi uomini all’interno del territorio russo, invitando i russi stessi, in particolare i soldati, a unirsi a loro e a non opporre resistenza in quello che «non è un colpo di stato militare, ma una marcia della giustizia» contro i vertici delle milizie regolari.

Il capo della Wagner, che sta combattendo a fianco dell’esercito russo in molte aree del fronte, ha detto che la sua forza di 25mila uomini è «pronta a morire» e ha promesso di rovesciare la leadership militare della Russia. «Tutti noi siamo pronti a morire. Tutti e 25mila, e poi altri 25mila», ha tuonato Prigozhin in un nuovo messaggio audio. «Stiamo morendo per il popolo russo». E avrebbe anche annunciato l’intenzione di arrivare alla capitale Mosca, dove il governo ha aumentato enormemente le misure di sicurezza. Intorno alle 10 la Wagner ha annunciato anche la presa di Voronezh, cittadina del sud est della Russia, più a nord rispetto a Rostov.

In un discorso alla nazione sabato mattina, il presidente russo Vladimir Putin ha definito le azioni di Prigozhin un atto di tradimento e una «pugnalata alla schiena», e ha detto che l’esercito regolare ha già ricevuto tutti gli ordini necessari per occuparsi della situazione. Ha però anche riconosciuto che la situazione a Rostov sul Don è piuttosto complicata.

Qui infatti c’è uno dei quartieri generali dell’esercito regolare russo da dove vengono coordinate le operazioni di attacco all’Ucraina. Prigozhin ha detto che tutti i principali edifici militari e l’aeroporto sarebbero stati occupati dai suoi uomini. E in effetti circolano su web foto e video che lo confermano, ma per ora non ci sono testimonianze di scontri armati.

Per Putin è certamente la crisi più grave dal suo insediamento al vertice del Paese nel Duemila. Ma per la Russia si tratta di una situazione che non ha precedenti dai tempi dello scontro a colpi di cannone nel 1993 tra l’allora presidente Eltsin e i ribelli del Soviet Supremo asserragliati alla Casa Bianca di Mosca.

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