«Il vero modello da seguire non sono gli infuencer che fanno soldi a palate indossando vestiti o mostrando borse o facendo eco al design o promuovendo carissimi panettoni, facendo credere che si farà beneficienza ma il cui prezzo serve solo a pagare cachet milionari. Il vero modello da seguire è quello di chi quelle eccellenze le inventa, le disegna e che produce tenendo testa a tutti nel mercato globale, solo perché noi semplicemente siamo più bravi e lo sappiamo fare meglio. E ai giovani bisogna spiegare che crearli quei prodotti è più straordinario che limitarsi a mostrarli». Sono queste le parole che, dal palco di Atreju, non lasciano dubbi sulla persona contro cui Giorgia Meloni abbia voluto scagliare un poco velato, molto preciso attacco: Chiara Ferragni.
La sentenza tranchant del Presidente del Consiglio è arrivata dopo che l’Antitrust ha deciso di multare l’imprenditrice per 1.495.000 euro per pratica commerciale scorretta relativamente al pandoro che Ferragni aveva firmato l’anno scorso per Balocco. La motivazione: si è fatto intendere ai consumatori che «acquistando il pandoro “griffato” Ferragni avrebbero contribuito a una donazione all’Ospedale Regina Margherita di Torino. La donazione, di 50.000 euro, era stata invece già effettuata dalla sola Balocco mesi prima».
A seguito della decisione dell’Antitrust, il Codacons ha inoltre annunciato per lunedì la «presentazione di un esposto a 104 Procure della Repubblica di tutta Italia affinché valutino l’apertura di una indagine per possibili profili penali a seguito della sanzione inflitta». Chiara Ferragni potrebbe dunque essere chiamata a «rispondere del possibile reato di truffa aggravata, con la richiesta di porre sotto sequestro i conti delle sue società a tutela delle azioni di rivalsa da parte dei consumatori che hanno acquistato il pandoro “griffato”».
La replica di Fedez alla presa di posizione di Meloni non si è fatta attendere. Nelle sue storie Instagram, l’artista ha parlato di come fosse degna di nota tanta attenzione riservata alle attività della moglie, per di più in un contesto come quello di Atreju: «È singolare che pochi minuti fa la presidente del Consiglio abbia deciso di salire sul palco per parlare delle priorità del Paese. Avrà parlato della disoccupazione o della manovra che stanno facendo col c*lo o della pressione fiscale? No, ha deciso di dire “diffidate dalle persone che lavorano sul web”. Questa è la priorità del nostro presidente del Consiglio».
Ha poi continuato, rincarando la dose: «Mia moglie non ha l’immunità come la Santanché, e impugnerà la sentenza e si difenderà nelle sedi opportune. […] Visto che dice che bisognerebbe diffidare di noi, in particolare di me e di mia moglie, voglio elencare un paio di cose in cui noi abbiamo fatto qualcosa e in cui lo Stato non ha fatto nulla: io e mia moglie abbiamo fatto una raccolta fondi di 4 milioni di euro e abbiamo costruito una terapia intensiva da 150 posti letto in 10 giorni, che ha permesso di salvare centinaia di vite. Al Governo e alla Regione Lombardia sono serviti 10 milioni di euro per costruirne una dopo mesi. […] Il suo Governo, da gennaio 2023, doveva fare dei decreti attuativi sul bonus psicologo e per farli ci sono volute 300.000 persone che vi mettessero il pepe al c*lo. E dopo che quelle 300.000 persone hanno firmato una petizione, il Ministro l’ha sbloccato».
Per concludere con: «Mi sembra che la rete vi serva come promemoria per darvi una svegliata».