Il rapporto divulgato dallo Yale Humanitarian Research Lab porta alla luce una delle realtà sotterranee della guerra d’invasione russa in Ucraina: quella delle migliaia bambini che, nell’ultimo anno, hanno subito l’opera ldi indottrinamento dei campi d’addestramento russi.
!NEW REPORT!: Russia has held more than 6,000 children from Ukraine in 43+ camps and other facilities for systematic re-education, and in some cases foster/adoption from Black Sea to Russia’s Far East finds @HRL_YaleSPH in @ObserveConflict @StateCSO https://t.co/x7WoSnH5Ia pic.twitter.com/yT5urd5Bcb
— Humanitarian Research Lab (HRL) at YSPH (@HRL_YaleSPH) February 14, 2023
I risultati dell’indagine, condotta con metodi open source senza contatti diretti con testimoni e vittime, sono, come specificato nel report, ancora preliminari e probabilmente i numeri riportati, già spaventosi, potrebbero essere estremamente parziali.
I dati divulgati dall’indagine lasciano poco spazio all’immaginazione: dal febbraio dello scorso anno, circa seimila bambini (alcuni dei quali di appena quattro mesi) sono stati condotti in 43 campi in tutta la Russia, anche in Crimea e in Siberia, nell’ottica di ricevere «un’educazione patriottica e militare a favore della Russia». Tradotto: fare tabula rasa delle proprie radici etnica e culturali per trasformarsi in ingranaggi della propaganda putiniana.
Dai resultati del rapporto è emerso che, in almeno due campi, la data di rientro dei bambini è stata ritardata di settimane, mentre in altre due strutture il rimpatrio è stato posticipato a tempo indeterminato.
Lo studio evidenzia anche le modalità attraverso cui le autorità russe stanno inculcando ai propri ospiti un punto di vista favorevole a Mosca attraverso, in primis attraverso le leve dell’istruzione: programmi scolastici manipolati o compiacenti, gite in luoghi patriottici e discorsi dei veterani.
I bambini avrebbero anche ricevuto un addestramento militare, venendo introdotti all’utilizzo delle armi da fuoco – Nathaniel Raymond, un ricercatore di Yale che ha partecipato alla stesura del rapporto, ha spiegato che non ci sono prove che siano stati mandati a combattere.
L’altro filone sommerso di questo conflitto è quello delle adozioni e dell’affidamento dei bambini provenienti dall’Ucraina, circostanza che potrebbe configurare un crimine di guerra. I numeri divulgati parlano di 350 bambini adottati da famiglie russe, a fronte di più di mille in attesa di adozione.
Tra le principali giustificazioni della deportazione indicate come «motivazioni» nei documenti russi vi sono «l’accesso a campi ricreativi», «l’evacuazione dal fronte del conflitto», «l’evacuazione per motivi medici» e «l’adozione da parte di famiglie russe».
La maggior parte delle famiglie ha pochissime informazioni sullo stato e l’ubicazione dei propri figli: quando il commentatore di turno parla in maniera lusinghiera dell’operato di Putin, dovremmo ricordarci anche di loro.