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Avete letto i complimenti (fake) alla campagna Open To Meraviglia?

Alcuni «Uomini stranieri muscolosi» (...) stanno commentando con entusiasmo i post social della Santanché sulla Venere influencer con frasi del tipo «Questa campagna pubblicitaria territoriale è pazzesca»

Avete letto i complimenti (fake) alla campagna Open To Meraviglia?

L’associazione “Mi Riconosci?”, nata nel 2018 per dare sostegno ai professionisti dei beni culturali, ha segnalato che sulla pagina Facebook della Ministra del Turismo Daniela Santanchè sono spuntati decine di commenti, scritti da «uomini stranieri muscolosi», a sostegno della campagna Open To Meraviglia.

Entusiasmo condiviso anche dai followers di Instagram, che hanno curiosamente – e casualmente – espresso sentimenti molto simili.

Supponendo che gli utenti in questione esistano e che abbiano volontariamente deciso di complimentarsi con la Ministra (diamolo per vero va’, per un secondo), è in ogni caso impossibile credere nella buona fede dei commenti, soprattutto se questi suonano come traduzioni venute malissimo – e scritte tutte nello stesso modo. Tipo: «questa campagna pubblicitaria territoriale è pazzesca». La genericità dei contenuti è un altro campanello d’allarme – se mai ne servissero altri. Nessuno parla di Italia o di una sua regione. Si utilizzano invece termini come «territorio», «destinazione in questione», «persone locali per il territorio». Praticamente frasi che potremmo incollare sotto al post di un Governo in carica dall’altra parte del mondo senza sembrare inopportuni.

Di questo passo, la campagna lanciata lo scorso 20 aprile dalla Santanchè con lo scopo di promuovere l’Italia nel mondo, otterrà l’effetto contrario. Di certo, di polemiche ne ha già raccolte tante. La prima è caduta proprio sulla scelta dell’immagine guida dell’intero progetto: la Venere di Sandro Botticelli, in una veste diversa – in tutti i sensi – da come ce la ricordavamo. Truccata, gambe snelle, che mangia la pizza o si scatta un selfie come farebbe una vera influencer, in posa davanti a monumenti o paesaggi iper famosi (tra l’altro, non sarebbe stato meglio sponsorizzare posti che il turismo di massa non conosce?) mentre ci chiede di aprirci alla meraviglia in un inglese un po’ arrangiato.

«Dove sia l’arte, dove sia la promozione in questa trita accozzaglia di clichè proprio non si capisce» ha detto Livia Garomersini, storica dell’arte e attivista di Mi Riconosci. «Una narrazione che banalizza nel modo più becero il nostro patrimonio, trasformando la Venere di Botticelli nell’ennesima bellezza stereotipata femminile».

Tuttavia, arrivati a questo punto, nel bene e nel male, la creazione di Armando Testa è entrata a far parte del nostro immaginario collettivo, e dobbiamo conviverci. Per la gioia dell’agenzia, per cui «dare vita ad un dibattito culturale così accesso rappresenta sempre qualcosa di positivo. Grazie per le migliaia di commenti, meme, appassionate discussioni di questi ultimi giorni: ci hanno fatto sentire davvero la più grande agenzia italiana». E grazie anche per i 9 milioni di euro finiti in cassa, ci sarebbe da aggiungere.