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Il governo americano potrebbe desecretare i documenti sugli UFO

Il senatore democratico Chuck Schumer ha presentato una proposta per obbligare la Casa Bianca a condividere tutto quello che sa sull’argomento, mettendo un freno a tutte le strampalate teorie del complotto che, da anni, si fanno strada nel dibattito pubblico

Foto via Getty

Chuck Schumer, politico statunitense e senatore per lo stato di New York, ha presentato un emendamento al disegno di legge annuale sulla politica di difesa piuttosto particolare. Si tratta infatti di una misura che, se approvata, imporrebbe al Governo di pubblicare tutti i documenti redatti negli anni sugli UFO – sigla che include avvistamenti di oggetti volanti non riconosciuti ed extraterrestri, che ora l’amministrazione americana chiama più genericamente “fenomeni aerei non identificati”.

Secondo Schumer, obbligare la Casa Bianca a condividere tutto quello che sa sull’argomento mostrerebbe trasparenza nei confronti dei cittadini e metterebbe un freno a tutte quelle teorie del complotto che da anni si fanno strada nel dibattito pubblico.

Il testo stabilisce che le agenzie governative debbano organizzare e sistemare in registri la documentazione sui fenomeni di cui sono in possesso entro poco meno di un anno. E che prima di essere pubblicato, ogni atto debba necessariamente essere valutato da un comitato di 9 persone nominato dal Presidente: questo ha il compito di stabilire se quei fogli possono effettivamente diventare di dominio pubblico o se è meglio che rimangano segreti. In altre parole, i documenti sarebbero sempre pubblici a meno che il gruppo di revisione – previa valida motivazione – non stabilisca il contrario.

Il progetto di Schumer, che ha dichiarato di voler «portare avanti l’eredità del mio mentore» Harry Reid, ex senatore per lo stato del Nevada ossessionato dagli UFO, si inserisce in realtà in un periodo storico in cui l’interesse per i fenomeni non identificati sembra essere piuttosto alto. Se ne parla soprattutto dopo maggio dell’anno scorso, quando il Congresso americano ha appositamente organizzato un’audizione per discutere della loro esistenza e delle loro caratteristiche – ammettendo l’importanza e la necessità di approfondire e conoscere meglio l’argomento. Un evento che ha lasciato il segno soprattutto perché accompagnato dalla proiezione di video segnalazioni raccolte nel tempo. E ce ne sono ogni anno diverse centinaia – inviate soprattutto da aviatori della marina, seppur non sempre accompagnate da materiale visivo.

Persino David Grusch, un ex alto funzionario della National Geospatial-Intelligence Agency e del National Reconnaissance Office, agli inizi di giugno ha dichiarato pubblicamente di essere venuto a conoscenza – per vie traverse – che gli Stati Uniti sarebbero in possesso di veicoli spaziali non costruiti dall’uomo.

Per provare a mettere ordine e fornire linee guida efficaci su come migliorare gli avvistamenti – così da avere dati più concreti su cui lavorare – persino la NASA nel 2022 ha organizzato un proprio gruppo di lavoro. Dagli studi condotti fino ad ora è emerso che nella maggior parte dei casi analizzati non ci sono elementi che possano ricondurre gli episodi ad attività extraterrestri. Mentre per i (pochi) casi giudicati attualmente inspiegabili, l’agenzia ipotizza possa trattarsi di illusioni ottiche, operazioni e mezzi militari segreti e (molto improbabilmente) di attività aliene.

A prescindere dall’esito delle valutazioni, l’interesse dimostrato dall’agenzia è emblematico: le segnalazioni non sono prese in considerazione solo da chi vuole provare l’esistenza aliena. I governi le studiano approfonditamente perché alla fine, quella che sembrava essere una navicella, potrebbe invece rivelarsi – per fare un esempio – una tecnologia militare costruita per minare la sicurezza di una certa nazione.

Uno dei motivi per cui, dovesse l’emendamento diventare legge oppure no, negli ultimi anni gli Stati Uniti (vedi l’episodio del Congresso) hanno mostrato una certa propensione a voler parlare di “fenomeni aerei non identificati” in maniera più aperta e trasparente. Una tendenza che, se continuasse in questa direzione, farebbe probabilmente contenti allo stesso tempo gli scettici e le persone più o meno credenti. Entrambe le “categorie”, infatti, concordano sul fatto che sono necessarie più informazioni per provare o smentire l’esistenza di figure extraterrestri. Anche perché è stata anche la reticenza delle agenzie governative americane a rilasciare documenti e notizie sugli UFO ad alimentare teorie e speculazioni.

Certo, non è detto che un cambio di rotta possa effettivamente limitare una delle attività preferite dagli americani: complottare sull’esistenza di altro di diverso da noi, e che magari si muove su una navicella. Un argomento che è finito per avere, a dirla con le parole di Kate Dorsch, esperta di storia e sociologia della scienza, «una sorta di rilevanza culturale».

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