Tra cinquant’anni ricorderemo Twitter come il più grande boomerang reputazionale mai partorito dall’essere umano. Puoi sforzarti, sviluppare uno stile comunicativo social pulito e istituzionale, imparare a usare i tuoi canali nella maniera corretta, addirittura guadagnare credibilità; eppure, a conti fatti, nell’epoca dell’indignazione social di massa non sei mai realmente al sicuro: i tweet al veleno scritti anni prima con troppa leggerezza potrebbero tornare a perseguitarti.
È successo a Hartley Sawyer, che nel 2021 è stato estromesso dal cast della serie The Flash a causa di alcuni commenti razzisti pubblicati su Twitter tra il 2012 e il 2014 (questo è un esempio estratto tra tanti: le bastonate retroattive a cui abbiamo assistito negli ultimi anni sono diverse). In breve: nella logica distorta di Twitter, sbagliare è assolutamente vietato (per non parlare della possibilità di cambiare idea, di aver maturato un pensiero diverso nel corso del tempo: assolutamente non pervenuta).
Nelle ultime ore, una sorte simile è toccata anche a Elly Schlein, la neo segretaria del Partito Democratico. Sul social di Musk in tanti stanno riportando alla luce alcuni tweet pubblicati dieci anni fa, quando Schlein afferiva a pieno titolo al gruppo degli indignados del PD spaventati dalla possibile svolta renziana e avversi ai franchi tiratori che impedirono l’elezione di Romano Prodi alla Presidenza della Repubblica. Beninteso: si tratta perlopiù di commenti assolutamente innocui e ironici (e per fortuna la stragrande maggioranza degli utenti li sta trattando per ciò che sono), in cui però alcune testate stanno già individuando un possibile spunto di polemica.
Il più gettonato risale al 21 aprile del 2013, una settimana prima dell’insediamento di Enrico Letta come premier: «Se fanno premier Enrico Letta, con tutti i danni che ha fatto già solo nel PD, LA MARCIA SU ROMA LA FACCIO IO», commentò Schlein.
@tweetpolitica @unitaonline Se fanno premier Enrico Letta,con tutti i danni che ha fatto già solo nel PD, LA MARCIA SU ROMA LA FACCIO IO.
— Elly Schlein (@ellyesse) April 21, 2013
L’altro chiama invece in causa Marco Travaglio, il direttore de Il Fatto Quotidiano: «E quel sorrisetto del ca**o di Travaglio, che potrebbe avere solo uno stronzo che ha altri due passaporti nella tasca interna del cappotto», recita il messaggio ripescato dal passato e difficile da contestualizzare, dato che non è ancora chiaro a cosa si riferisse (ma ha davvero importanza, dieci anni dopo?)
e quel sorrisetto del cazzo d #Travaglio, che potrebbe avere solo uno stronzo che ha altri due passaporti nella tasca interna del cappotto
— Elly Schlein (@ellyesse) March 7, 2013
Insomma, il prossimo segretario del PD dovrà ricordarsi di ripulire i social prima di candidarsi: c’è una parte di opinione pubblica che considera rilevanti 270 caratteri scritti dieci anni prima.