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Meloni contestata alla Giornata contro le droghe: «Il proibizionismo ha fallito»

Il radicale Riccardo Magi ha mostrato dei cartelli pro legalizzazione durante il discorso della premier. «È ora di legalizzare la cannabis»

Il botta e risposta alla Camera fra la premier Giorgia Meloni e il segretario di +Europa, Riccardo Magi, durante il convegno organizzato nell’ambito della “Giornata mondiale contro le droghe”, sta facendo discutere: ieri il deputato radicale ha interrotto il discorso della presidente del Consiglio mostrando dei cartelli con scritto “Cannabis: non ci pensa lo stato ci pensa la mafia”.

Non solo, perché Magi ha poi spiegato su Twitter il motivo del suo sit-in: «Abbiamo interrotto questa serie di banalità proibizioniste per dire direttamente in faccia alla Premier che dopo 30 anni di menzogne il proibizionismo ha fallito. È ora di legalizzare la cannabis». Dal canto suo, la premier ha risposto: «Abbiamo visto i risultati del lavoro che avete fatto in questi anni, e forse lei dovrebbe guardare a questi ragazzi che sono in questa sala e avere rispetto di quello che la vostra propaganda ha fatto sulla pelle di queste persone e di queste famiglie. Lei dovrebbe ricordarsi – ha proseguito – che è grazie alle politiche che avete fatto se siamo ridotti così. Lei dovrebbe sapere che io non sono una persona che si fa intimidire, onorevole Magi, dovrebbe saperlo molto bene, perché io so esattamente cosa sto facendo, il punto è se ve ne rendiate conto voi di quello che state facendo».

Giorgia Meloni ha poi puntualizzato alla platea qual è il suo atteggiamento (e quello del suo governo) rispetto a questa tematica: «Voglio ribadire dei concetti lapalissiani e banali, sapendo che posso diventare oggetto di polemica, ma sono abituata a difendere ciò in cui credo. Il primo è che la droga fa male sempre e comunque, ogni singolo grammo di principio attivo si mangia un pezzo di te. Le droghe fanno male tutte, non esistono distinzioni, chi dice una cosa diversa dice una menzogna. Dire che ci sono droghe che possono essere usate è un inganno». E ha concluso lapidaria sulle droghe “leggere”: «In uno spinello di oggi c’è una quantità di principio attivo enormemente più grande di quanto ce n’era in quelli di qualche decennio fa e si può definire leggera qualcosa che ha il 78% del principio attivo?».

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