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Pizze, selfie e minigonne: la (cafonissima) Venere di Daniela Santanchè

La ministra del Turismo ha calato uno dei simboli del Rinascimento nei panni di una virtual influencer per pubblicizzare le peculiarità della nostra amata Nazione, annegandola in una quantità di luoghi comuni da fare impressione. Il risultato è una cafonata in piena regola

Per mesi ci siamo chiesti come la ministra del Turismo Daniela Santanchè potesse contribuire a diffondere il brand Italia nel mondo. Una prima risposta è arrivata ieri: la paladina dei balneari ha deciso di iniziare dalla riproposizione di uno dei simboli del Rinascimento, la Venere di Sandro Botticelli, per pubblicizzare le peculiarità artistiche, gastronomiche e paesaggistiche della nostra amata Nazione.

Come? Calando la più importante dea della romanità nei panni di una virtual influencer. Il claim scelto per la campagna è tutto un programma (“Open to meraviglia“), così come il video di presentazione della nuova strategia.

Il totale dell’investimento previsto da Enit per la campagna primavera/estate e autunno/inverno ammonta a circa nove milioni di euro, e si svilupperà su tutti i principali mercati internazionali. Circa la metà dell’investimento si concentrerà sui più importanti hub aeroportuali internazionali, con il video promozionale che sarà diffuso sui voli Ita Airways, e nelle stazioni ferroviarie europee, con collegamenti diretti con l’Italia e ove esiste una forte sinergia tra Enit e Trenitalia: Francia, Germania, Austria, Svizzera.

Il problema è che, come dire, il risultato è un po’ una cafonata: nella visione forgiata da Santanché e soci, infatti, la Venere viene letteralmente annegata da una quantità di luoghi comuni nostrani da fare impressione. La si può osservare mentre mangia una pizza (surgelata? Chissà) sul lago di Como, mentre scatta un selfie in piazza San Marco, in posa tra gli scogli di Polignano o in bici davanti al Colosseo, solo per citarne alcune.

Anche la scarsa resa dell’immagine sta facendo storcere il naso ai più. Specialmente se confrontata con le possibili soluzioni rese possibili dai i tanti programmi di intelligenza artificiale che sono oggi disponibili e che possono creare – quasi gratuitamente – immagini più realistiche con pochi centesimi di euro.

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