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Ron De Santis, l’uomo che riesce a far sembrare Trump un moderato

Tra meme nazisti, leggi transfobiche e surreali battaglie anti Disney, il governatore della Florida sta riuscendo in un'impresa: superare a destra il Tycoon

Foto di Scott Olson/Getty Images

Recentemente il governatore della Florida Ron De Santis, astro nascente della destra dura americana e principale sfidante di Donald Trump per le primarie repubblicane, è finito al centro delle polemiche per un video diffuso dal suo ufficio stampa in cui l’immagine del candidato è associata a simboli della propaganda nazista. La faccenda è tanto inquietante quanto ridicola e si inserisce in un filone che vale la pena approfondire per sapere cosa dovremmo aspettarci dalla campagna per le presidenziali dell’anno prossimo.

Il video si apre dal punto di vista di un wojak – figura maschile presente nei meme originati dal sito 4Chan che negli ultimi anni ha sostituito “Pepe the Frog”, mascotte dell’estrema destra durante le elezioni del 2016 – sullo sfondo le notizie che riguardano l’ex presidente statunitense Trump, ma a differenza di tre anni fa non c’è nessun tono apologetico nei suoi confronti. Anzi. “Trump non ha costruito il muro contro i migranti”, “L’ex presidente si vaccina”, una carrellata di articoli che mettono alla berlina l’imprenditore newyorchese per non aver rispettato i temi chiave della sua agenda o comunque, secondo il parere dell’ala più dura dei suoi ex sostenitori, per essersi rivelato “troppo morbido” su temi come l’ordine pubblico e il contrasto al progressismo.

In questo crescendo retorico (quasi parodistico), ecco il climax: sulle note di una versione rallentata di Running Up That Hill di Kate Bush, appare la figura salvifica di Ron De Santis. Il governatore ultraconservatore della Florida è il Kalki Avatara inviato sulla Terra per salvare l’America dalla degenerazione, dalla teoria gender e dai traditori del popolo (Trump). Fin qui tutto nella norma, peccato che l’editor si sia fatto prendere un po’ troppo la mano ed è nei secondi finali che un meme di bassa lega si trasforma in uno scandalo mediatico. Sole nascente, due colonne di soldati marciano verso l’immagine di Ron De Santis decorata dalla bandiera dello Stato della Florida sulla quale spunta, in bella mostra, un sole nero, più precisamente la Sonnenrad usata dalle SS himmleriane nella seconda guerra mondiale. Non è la prima volta (e non sarà certo l’ultima) che l’alt-right usa simbologia nazista come propaganda – è ordinaria amministrazione se fatta “per il meme” – e se il video fosse rimasto sul suo account originale, @desantiscams, una delle tante pagine fan sul candidato, probabilmente la cosa sarebbe rimasta circoscritta al mondo dei forum online e alla nicchia degli attivisti criptofascisti che popolano i social.

La notizia è diventata tale quando Nate Hochman, ex collaboratore della rivista conservatrice National Review e addetto all’ufficio stampa per la campagna di De Santis, ha retwittato il video sul suo profilo istituzionale. Dopo pochi giorni lo staff del candidato repubblicano ha annunciato il licenziamento di Hochman (“Nate Hochman is no longer with the campaign. And we will not be commenting on him further”), rifiutandosi di commentare ulteriormente la questione.

Questa del sole nero è solo l’ennesima gaffe riconducibile a Ron De Santis, noto per grandi battaglie politiche come la causa contro la Disney (rea di non aver apprezzato la legge “Don’t say gay” che impedisce agli insegnanti della Florida di parlare di orientamento sessuale nelle scuole), inizialmente descritto come un Trump più presentabile, ma che riesce nell’ardua impresa di far sembrare il Tycoon un moderato. Le critiche contro De Santis non arrivano solo dai democratici, anche la vecchia destra conservatrice delusa dal Grand Old Party si è scagliata contro di lui e il ruolo attivo che ha nella deriva estremista del partito (“The Lincoln Project” e “Republican Voters Against Trump” sono due delle realtà più attive su questo fronte). Una deriva che oggi trova la sua massima rappresentazione proprio nell’utilizzo del meme. La scrittrice Angela Nagle ha raccontato questo spaccato nel suo libro Kill All Normies: Online Culture Wars from 4chan and Tumblr to Trump and the Alt-Right (Zero Books, 2017) in cui viene evidenziato il ruolo che la community online ha avuto nel dibattito politico statunitense, è per questo che il video nazistoide su De Santis non è un caso isolato.

L’alt-right ha infiltrato il Partito Repubblicano grazie al movimento “Make America Great Again”, facendogli da spina dorsale grazie ad una martellante attività online, e il lavoro iniziato nel 2016 è riuscito a rendere inoffensivo il vecchio establishment repubblicano che oggi sembra del tutto scomparso dalla scena politica americana. Lo sdoganamento del neonazismo è solo una delle conseguenze di questa strategia. L’attivismo politico dell’estrema destra oggi ha una nuova veste: le conferenze di David Duke e i libri di Francis Parker Yockey hanno lasciato spazio alle pagine meme con il loro immaginario di mascolinità idealizzata (i chad, i sigma e tutti gli altri alter ego dei ragazzini repressi spaventati dal contatto femminile) opposto all’occidente decaduto. La situazione è grave ma non è seria e per contrastare i nuovi suprematisti bianchi basta affidarsi al loro nemico giurato, il senso del ridicolo.

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