TikTok è tornato disponibile negli Stati Uniti. Da ieri sera (ora italiana), gli utenti americani che hanno provato ad aprire l’app hanno trovato questo messaggio: «Bentornati! Grazie per la vostra pazienza e il vostro supporto. TikTok è di nuovo negli Stati Uniti a seguito degli sforzi del Presidente Donald Trump. Puoi continuare a creare, condividere, e scoprire tutte le cose che ami su TikTok».
L’app cinese, ancora di proprietà della cinese ByteDance, è infatti tornata online dopo che Trump ha scritto sul suo social, Truth: «Chiedo alle aziende di non far oscurare TikTok! Lunedì firmerò un ordine esecutivo per estendere la finestra di tempo disponibile prima che gli effetti della legge colpiscano, in modo da poter trovare un accordo per proteggere la nostra sicurezza nazionale. L’ordine confermerà anche che non ci saranno ripercussioni per le aziende che hanno aiutato TikTok a restare disponibile prima del mio ordine. […] Vorrei che gli Stati Uniti acquistassero il 50% della proprietà di TikTok in una joint venture. Così salveremmo TikTok, lo sapremmo in buone mani, e gli permetteremmo di rimanere. Senza l’approvazione degli Stati Uniti, non c’è TikTok. Con la nostra approvazione, vale centinaia di miliardi di dollari – forse trilioni».
Il presidente eletto – che entrerà ufficialmente in carica oggi – non ha specificato la fonte dei dati economici da lui citati. Inoltre, come ha fatto notare Alexandria Ocasio-Cortez, attualmente deputata al Congresso americano, il fatto che la piattaforma cinese abbia deciso di rivolgersi a Trump con la qualifica di presidente un giorno prima della sua effettiva validità è «una scelta».
Ocasio-Cortez ne ha parlato in alcune storie sul suo profilo Instagram: «Prima di tutto, Donald Trump è un privato cittadino e non ha accesso ai poteri presidenziali, quindi non può fare nulla di tutto quello che dice. Pe favore, sappiate che il modo in cui TikTok si rivolge a Trump in quella notifica è una scelta precisa. Stanno segnalando che stanno collaborando privatamente, che si sono messi d’accordo per collaborare privatamente con Donald Trump e la sua amministrazione. A tutte quelle persone che si dicevano preoccupate che l’app venisse usata come strumento di propaganda cinese, ecco, lo stanno usando come strumento di propaganda per la destra. Mettete insieme i pezzi: ogni piattaforma social attiva negli Stati Uniti è stata presa dalla destra. Tranne Blue Sky, ma è ancora molto piccola. Relativamente».
AOC calls out Tik Tok for collaborating with Trump before he’s even President.
She says “he’s still a private citizen”. pic.twitter.com/cVnot9yLXG
— Winters Politics 🖤 (@WintersPolitics) January 19, 2025
Ocasio-Cortez ha continuato nella spiegazione, citando gli esempi di Twitter/X comprato da Elon Musk (e alcuni studi che dimostrerebbero che gli algoritmi della piattaforma sono stati modificati per spingere i contenuti tendenti alla destra politica) e delle nuove content policies di Meta, che di fatto ha eliminato la moderazione. Quello che la notifica ricevuta dagli utenti di TikTok in America significa, per la deputata, è che ora le notifiche push di una piattaforma privata possono essere usate come propaganda e merce di scambio politica. Il che, conclude, è una minaccia per la libertà di ognuno e per il benessere della democrazia.
Intanto, in un comunicato ufficiale, TikTok ha risposto al post di Trump (usando di nuovo il termine “presidente”): «Ringraziamo il presidente Trump per aver chiarificato, e aver rassicurato noi e le aziende con cui collaboriamo che non ci saranno conseguenze al fatto che l’app rimarrà online per oltre 170 milioni di americani. Questo aiuterà inoltre circa 7 milioni di business a continuare le loro attività. È un grande gesto in supporto del Primo Emendamento e contro la censura arbitraria. Lavoreremo con il presidente Trump a una soluzione di lungo termine per far rimanere TikTok negli States».
Oltre a quella di Ocasio-Cortez, altre reazioni sono arrivate dalla galassia politica americana. Per esempio lo speaker alla Camera dei Comuni, Mike Johnson, ha detto ieri alla trasmissione della NBC Meet the Press che il Congresso «andrà avanti con la legge». «Quando il presidente Trump ha condiviso il suo post su Truth dicendo “salviamo TikTok”, lo abbiamo letto come un segnale che proverà a forzare un cambio di mani sull’app, di proprietà. I membri del Congresso non sono preoccupati per l’app, ma per il Partito Comunista cinese e le sue manipolazioni degli algoritmi».
Quando l’amministrazione Biden aveva firmato il “TikTok ban” l’anno scorso, Trump era stato tra i sostenitori più accaniti dell’operazione. Intanto i commentatori (per esempio David McCabe sul New York Times) sottolineano come la volontà di Trump, se confermata dopo la sua entrata in carica da presidente, potrebbe non riuscire a trovare un’applicazione pratica, in quanto il suo ordine esecutivo andrebbe contro una legge federale – il che significherebbe potenziali conseguenze legali ed economiche per le aziende partner di TikTok.
Inoltre, da ByteDance non sono arrivati segnali che lascino intendere che, al momento, la società sarebbe disposta a una vendita dell’app.