Un liceo ha deciso di eliminare i voti perché i suoi alunni sono troppo stressati | Rolling Stone Italia
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Un liceo ha deciso di eliminare i voti perché i suoi alunni sono troppo stressati

Per un quadrimestre, le valutazioni saranno sostituite da due diciture differenti: "risultati raggiunti" scritto in verde o "preparazione da migliorare" scritto in rosso. Ma è giusto disabituare gli studenti alle frustrazioni che, inevitabilmente, incontreranno lungo il percorso?

Un liceo ha deciso di eliminare i voti perché i suoi alunni sono troppo stressati

Foto di Stefano Guidi/Getty Images

Il liceo scientifico Giordano Bruno di Mestre ha deciso di eliminare i voti per salvaguardare la salute mentale dei suoi studenti. Si tratta di una sperimentazione che, per ora, interesserà un solo quadrimestre: gli alunni continueranno a fare le verifiche stabilite dagli insegnanti, ma nella valutazione non sarà presente il classico voto, che sarà sostituito da due diciture differenti: “risultati raggiunti” scritto in verde o “preparazione da migliorare” scritto in rosso (in quest’ultimo caso, saranno evidenziati alcuni dettagli specifici per informare i diretti interessati delle proprie lacune). A fine quadrimestre, ovviamente, il voto ci sarà e finirà direttamente in pagella.

Tutto questo, nelle intenzioni della dirigente scolastica Michela Michieletto, dovrebbe aiutare a gestire lo stress e insegnare agli alunni a non vivere un cattivo giudizio in aula come un incidente demotivante nel cammino che porta alla maturità. «Ci pensavo da un po’ ad attivare una sperimentazione di questo tipo – ha detto in un’intervista concessa a TGCOM24 – ora abbiamo trovato l’occasione».

Non è la prima volta che viene suggerita una strada alternativa: ad esempio, a gennaio, l’assessore lingua tedesca dell’Alto Adige Philipp Achammer aveva proposto di abolire per legge i voti sotto il quattro; la proposta ha fatto discutere e ha spinto anche il ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara a dire la sua: «attenzione a non far crescere nell’ovatta i nostri ragazzi. Se non li abituiamo ad affrontare le frustrazioni che nella vita saranno tante facciamo il loro male», aveva sottolineato il ministro.