Un gruppo di militari sudanesi starebbe facendo un colpo di stato nel Paese. A dare la notizia questa mattina è stata la televisione emiratina Alhadath Tv basandosi su alcune fonti anonime, ma la notizia è stata poi confermata dall’agenzia di stampa Associated Press.
Abdalla Hamdok, il primo ministro del Sudan, sarebbe stato messo agli arresti domiciliari. Insieme a lui sarebbero stati arrestati anche il ministro dell’Industria Ibrahim al Sheikh e il ministro dell’Informazione Hamza Baloul, oltre a Faisal Mohammed Saleh, consigliere del primo ministro. Stando a quanto riporta al Jazeera, i golpisti avrebbero anche bloccato internet nel Paese.
Diversi partiti politici – anche di orientamento molto diverso tra loro come il Partito nazionale umma, forza islamista moderata, e il Partito comunista del Sudan hanno condannato il tentativo di colpo di stato e chiesto alla popolazione di scendere in piazza per impedirlo. Lo stesso hanno fatto associazioni della società civile come l’Associazione professionale sudanese.
#Sudan 🇸🇩: the Sudanese Congress Party, Sudanese Communist Party, Unionist Association, and Binaa Sudan Party have come out with statements condemning the coup.
The political parties all call on their followers to take to the streets and stop the military takeover. #SudanCoup pic.twitter.com/yXcCQfKo5h
— Thomas van Linge (@ThomasVLinge) October 25, 2021
E queste proteste sembrano aver sortito qualche effetto. Nelle strade della capitale Khartoum si segnalano manifestazioni e blocchi stradali fatti con pneumatici bruciati.
جانب من تحرك السودانيين في العاصمة الخرطوم قبل قليل لمعارضة التحركات العسكرية الاخيرة pic.twitter.com/537sVdRsdn
— ZaidBenjamin زيد بنيامين (@ZaidBenjamin5) October 25, 2021
La situazione in Sudan è precaria da quando nel 2019 enormi proteste popolari portarono alla fine della dittatura di Omar al-Bashir, costretto a dimettersi sia dalle piazze sia dalla crescente sfiducia dell’esercito. Da qualche momento erano cominciate le trattative tra il movimento pro-democrazia e i militari, che si erano concluse alla fine con un accordo per un governo che rappresentasse entrambi – quello di Hamdok, appunto, un ex funzionario dell’ONU di 65 anni.
Dopo essersi rifiutato di rilasciare una dichiarazione in sostegno del tentativo di colpo di stato, Hamdok sarebbe stato portato dai militari ribelli in una località sconosciuta. L’amministrazione Biden, tramite l’inviato degli Stati Uniti per il Sudan Jeffrey Feltman, ha condannato il colpo di stato e minacciato la sospensione degli aiuti umanitari al Paese.
Quello in Sudan è il secondo colpo di stato in un Paese africano nel giro di due mesi, dopo il golpe contro il presidente della Guinea Alpha Conde lo scorso settembre.