Da qualche giorno, una serie di testate internazionali stanno diffondendo i dati di una delle più grandi inchieste della storia: quella sui Pandora Papers, un leak di documenti che mostrano i modi in cui capi di stato, oligarchi e politici, ma anche imprenditori, celebrità dello spettacolo e dello sport e persino criminali sfruttano società offshore e paradisi fiscali per evadere le tasse e riciclare denaro in giro per il mondo.
In questo scandalo sono coinvolti anche degli italiani: si tratta di quattro politici (i cui nomi non sono ancora stati svelati) oltre all’allenatore del Real Madrid Carlo Ancelotti, l’imprenditore Flavio Briatore, il boss mafioso (ora in carcere) Raffaele Amato e l’ex terrorista neofascista Delfo Zorzi, che da decenni vive in Giappone dov’è noto col nome di Hagen Roi.
Per quanto riguarda Ancelotti, pare che l’allenatore abbia utilizzato una società delle Isole Vergini britanniche per gestire i suoi diritti d’immagine, circostanza nota e su cui ci sarebbe un’indagine in corso da parte delle autorità competenti. Ma sul proprio coinvolgimento, l’ex allenatore del Milan non ha voluto rilasciare dichiarazioni.
Diverso il caso di Flavio Briatore, il quale nel 2011, insieme a Bernie Ecclestone, stava cercando di vendere la quota del Queens Park Rangers e dai dai documenti esclusivi del consorzio ICIJ – che ha condotto le indagini – emerge come l’accordo proposto includesse dei “termini di vendita” risalenti al febbraio 2011 con una compagnia situata nel paradiso fiscale di Jersey, chiamata Exelixi Ltd, che si impegnava a comprare le azioni di Ecclestone e della Sarita Capital, che fa capo a Briatore. Complicata l’architettura societaria dell’operazione, che ha coinvolto otto offshore con sede nelle Isole Vergini britanniche, a Cipro e nel Delaware.
Complesse anche le attività svelate dal consorzio di giornalisti riconducibili a Delfo Zorzi, noto per essere stato intercettato dalla polizia italiana nel ‘97 mentre era latitante, che utilizzava per le comunicazioni riservate un cellulare intestato alla filiale svizzera di una misteriosa società offshore. Le sue attività in Italia, dove Zorzi controllava segretamente catene di negozi e aziende di abbigliamento, erano già state svelate da un’altra inchiesta dell’Espresso – unica testata italiana a partecipare ai Pandora Papers – firmata da Alessandro Gilioli. Oggi, invece, si scopre che Zorzi era cliente della Fidinam, una società fiduciaria svizzera controllata da prestigiosi avvocati ed ex magistrati, che aveva registrato quel cliente con il nuovo nome di Hagen Roi. Vale la pena ricordare forse il curriculum di Zorzi: condannato in primo grado, ma poi assolto in Appello e in Cassazione, per la strage di piazza Fontana; condannato in via definitiva nel 1968 per possesso di armi ed esplosivi.
Ancora più pesante il curriculum giudiziario dell’ultimo nome noto implicato nelle rivelazioni. Si tratta di Raffaele “Lello” Amato, detto “a vecchiarella”, boss degli scissionisti di Secondigliano che ha ispirato il Salvatore Conte della fiction Gomorra. Anche lui avrebbe usufruito di una società di Montecarlo per coprire una società inglese utilizzata per acquistare immobili in Spagna. Una matrioska, con alla base i soldi derivanti dalla vendita di droga, utile a coprire questi capitali nei paradisi fiscali.
Ma di certo le rivelazioni non sono concluse, visto che mancano i nomi di quattro politici italiani e, probabilmente, anche di altri personaggi che via via emergeranno da questa maxi-inchiesta che ha passato al setaccio milioni di documenti di 14 società tra Isole Vergini, Seychelles, Panama, Belize, Hong Kong, Dubai, Svizzera e Cipro. Un enorme sforzo investigativo globale, che ha permesso al Consorzio internazionale di giornalisti di svelare una parte del mondo sommerso fatto di compagnie offshore, società fantasma e fondi neri.