Più trasmissibile e quindi in rapida diffusione, la variante Delta sta facendo ancora una volta lievitare i numeri dei contagi anche in quei Paesi europei che si preparavano a riaprire tutto. A riconoscere la gravità della situazione dopo che i casi sono aumentati del 63% da una settimana all’altra è stato, il 13 agosto, il presidente francese Emmanuel Macron, che in un discorso alla nazione trasmesso in televisione ha annunciato una serie di misure inattese per mantenere sotto controllo la situazione. “Se non agiamo adesso, il numero di casi continuerà a crescere significativamente e porterà a un aumento delle ospedalizzazioni”, ha spiegato.
Basandosi sull’analisi dell’Agenzia europea per i medicinali, che ha definito “vitale” effettuare il ciclo completo di vaccinazione, Macron ha annunciato una serie di misure il cui scopo è quello di minare lo scetticismo vaccinale, che nel Paese è storicamente piuttosto comune.
In primo luogo, ha predisposto l’obbligo di vaccinazione per tutto il personale sanitario: chiunque lavori presso ospedali, cliniche, case di riposo, strutture per persone con disabilità, e in generale chiunque lavori a stretto contatto con persone anziane o vulnerabili, anche nelle loro case, come professionista o volontario avrà tempo fino al 15 settembre per vaccinarsi. A partire da quel giorno, nessuno degli operatori sanitari non ancora vaccinati potrà lavorare, né verrà pagato, come ha specificato il Ministro della Salute francese. “A seconda dell’evoluzione della situazione, dovremo senza dubbio prendere in considerazione di rendere i vaccini obbligatori per tutti in Francia”, ha aggiunto Macron, “ma sto facendo la scelta di fidarmi e sto solennemente chiedendo a tutti i nostri concittadini che non sono vaccinati di andare a vaccinarsi il prima possibile”.
A far schizzare da un giorno all’altro il numero di persone che si sono prenotate per farsi vaccinare – 1,3 milioni soltanto nelle 12 ore dopo il discorso di Macron – è stata però la seconda misura annunciata dal presidente francese. Al centro c’è il pass sanitaire, ovvero il cosiddetto passaporto sanitario, rilasciato in caso si sia vaccinati, si sia recentemente guariti dal Covid o si sia ricevuto un test negativo nelle 48 ore precedenti, e in uso in Francia tramite l’app Tous Anti Covid.
Fino ad ora il pass era richiesto per accedere a grandi eventi come concerti o partite sportive: dal 21 luglio, invece, verrà richiesto per qualsiasi luogo che riunisca più di 50 persone, come teatri, cinema e musei. Non è tutto: dall’inizio di agosto potrebbe essere ampliato ulteriormente, impedendo a chi non possiede il pass l’accesso di bar, caffetterie, ospedali, centri commerciali o case di cura, e per viaggiare su lunghe tratte in pullman o treno. Infine, i test Covid-19 non saranno più disponibili gratuitamente senza prescrizione medica per i cittadini francesi com’è stato finora – una mossa pensata per incentivare ulteriormente le vaccinazioni.
Se da una parte l’annuncio ha portato immediatamente a un aumento delle prenotazioni per il vaccino, dall’altra ha incontrato l’opposizione di circa 19mila persone, che il 14 luglio – festa nazionale in Francia – sono scese in piazza in 53 città a protestare contro quella che alcuni di loro hanno definito “segregazione vaccinale”. “Faccio molta fatica a capire come questa possa essere vista come una dittatura, dato che in questo Paese sono già obbligatori undici vaccini”, ha commentato il portavoce del governo Gabriel Attal.
Nelle stesse ore, anche la Grecia ha reso obbligatorie le vaccinazioni per chi lavora nelle case di riposo e annunciato che soltanto le persone vaccinate potranno utilizzare gli spazi pubblici al chiuso – come cinema e teatri – fino al 31 agosto.
In Italia, dove per ora il 42,7% della popolazione è completamente vaccinato, il ministro Speranza e il Comitato tecnico scientifico, che a breve dovrà riunirsi per decidere il da farsi dopo che i contagi sono raddoppiati da una settimana all’altra, guardano con interesse a questi sviluppi.
Nella politica, intanto, si è già formato un fronte completamente contrario all’idea – capitanato da Matteo Salvini e Giorgia Meloni, che ha definito “raggelante” la possibilità che vaccinarsi sia obbligatorio per prendere parte ad alcuni contesti sociali – e uno che fa notare come misure simili a quelle francesi incentivino senza dubbio la campagna vaccinale, ma presentino anche diversi grattacapi di ordine pratico.
Totalmente favorevole sembra invece essere il commissario per l’emergenza Francesco Paolo Figliuolo, secondo cui “per convincere gli ultimi irriducibili utilizzare il green pass per questo tipo di eventi potrebbe essere una buona soluzione. Potrebbe essere anche una spinta per la vaccinazione”.