Mentre in molte città americane si festeggiava per strada dopo l’annuncio che Joe Biden aveva vinto le elezioni, i sostenitori di Trump continuavano a rimanere appesi a un filo di speranza – basato sulle affermazioni false del presidente secondo cui le elezioni sarebbero state “rubate” dai Democratici.
Usando bugie simili a quelle propinate loro dal presidente, i sostenitori più duri e puri di Trump hanno espresso la propria insoddisfazione e il proprio disappunto per la decisione dei media di usare la matematica e assegnare la vittoria elettorale a Biden. “È tutto finto. C’è così tanta corruzione nella conta dei voti”, ha detto alla CNN Randy Tovichi, un sostenitore di Trump del Wisconsin.
Un altro trumpiano della Pennsylvania, Dennis Tippie, ha invece detto al New York Times che guardare il vantaggio iniziale del presidente dissiparsi man mano che arrivavano i risultati dei conteggi gli ha fatto pensare che ci siano stati dei brogli. “Se [Biden] finirà per avere quel numero di grandi elettori che dite li avrà ottenuti con la frode, con l’inganno e con il crimine”. Non ci sono in realtà prove dell’esistenza di brogli durante le elezioni.
Un’altra sostenitrice di Trump della Pennsylvania, Jessica Bell, ha detto al New York Times che sta incollata alla tv guardando i canali di notizie giorno e notte e che è pronta alla guerra civile. “Tengo la tv accesa sulle news 24 ore su 24. Ho il telefono sempre in mano e i social sempre aperti. Ho dormito circa 6 ore da lunedì. Sto seguendo con molta, molta attenzione… siamo tutti pronti”. Bell ha affermato – falsamente – che gli americani “stanno venendo silenziati” e ha chiamato la sconfitta di Trump “un golpe”.
I sostenitori di Trump si stanno incoraggiando a vicenda a protestare di fronte alle sedi del governo tramite un gruppo Facebook chiamato “Stop the Steal”. Secondo USA Today il gruppo è già stato bannato da Facebook perché “diffondeva disinformazione e incitava alla violenza”. Anche l’Associated Press parla di una situazione simile: si parla di folle che si sono raggruppate di fronte agli edifici governativi di tutto il Paese lo scorso sabato e che non accettano la sconfitta di Trump. “Non è finita! Non è finita!” e “Fake news!” sono stati alcuni dei cori gridati da una folla di circa mille sostenitori di Trump ad Atlanta, in Georgia.
Un manifestante, Jordan Kelley, ha raccontato di aver guidato per tre ore dal Tennessee alla Georgia per partecipare alla protesta. E ha rilanciato le false affermazioni del presidente sul fatto che le elezioni siano state truccate. “Ci sono stati dei brogli”, ha detto Kelly, aggiugendo che “anche se vivo in Tennessee, sono americano e voglio essere sicuro che la voce degli americani venga ascoltata tramite le elezioni”.
Secondo l’Associated Press, in alcuni luoghi ci sono stati anche scontri tra sostenitori di Trump e sostenitori del movimento Black Lives Matter, mentre in Pennsylvania decine di trumpiani sarebbero scesi in strada pesantemente armati e indossando tute mimetiche. In breve: Trump e i suoi stanno fomentando la violenza a un livello senza precedenti. Come ha fatto notare USA Today, il think tank International Crisis Group, il cui scopo è “suonare un campanello d’allarme per prevenire conflitti” ha per la prima volta cominciato a osservare con attenzione gli Stati Uniti.
Questo articolo è apparso originariamente su Rolling Stone US