Come riportato da tutti i principali media, ieri nel porto di Salerno c’è stato il più grande sequestro di pasticche di Captagon – un anfetamina nota per essere stata utilizzata dai miliziani dello Stato Islamico – al mondo. La Guardia di Finanza ha infatti bloccato un carico da 14 tonnellate di sostanza, circa 84 milioni di pasticche per un valore di oltre un miliardo di euro.
#GDF #Napoli, sequestro record di 14 tonnellate di #anfetamine: 84 milioni di pasticche prodotte in #Siria da ISIS/DAESH per finanziare il #terrorismo. Oltre 1 miliardo di euro il valore sul mercato. #NoiconVoi pic.twitter.com/McdOljNxa5
— Guardia di Finanza (@GDF) July 1, 2020
Secondo gli inquirenti, è verosimile che dietro un carico di questo tipo – in grado di soddisfare un mercato di ampiezza europea – “sia coinvolto un consorzio di gruppi criminali, sia per il valore totale delle spedizioni, sia per la distribuzione sui mercati di riferimento”.
Le autorità hanno subito rivolto il loro sguardo all’ISIS, e persino il premier Giuseppe Conte ha ringraziato gli agenti accettando la versione secondo cui la droga fosse destinata a finanziare il gruppo terrorista e il suo sequestro fosse “un duro colpo al terrorismo internazionale”.
Non è detto però che il Captagon abbia quella provenienza – anche perché lo Stato Islamico, dopo aver perso tutti i territori che controllava in Siria e in Iraq, è ora ridotto allo stato di gruppo terroristico costretto a operare in clandestinità. Intervistato dal Foglio, il giornalista esperto di Medio Oriente Sam Dagher, ha sottolineato che l’associazione tra Captagon e Stato Islamico è debole e puntato invece il dito contro il governo siriano e contro il gruppo libanese Hezbollah, che gestirebbero la produzione e la distribuzione della sostanza nella regione attraverso il porto di Latakia.