Come ormai è abbastanza noto a chi ha seguito un minimo lo sviluppo di questa derivazione complottista, Telegram è diventato il luogo di elezione dei seguaci di QAnon. Un’assurda teoria secondo la quale il mondo sarebbe sotto il controllo di una loggia segreta di pedofili satanisti (che bevono il sangue di bambini rapiti per restare giovani), collegati direttamente con il Partito Democratico statunitense. Un Deep State che domina il mondo tramite pratiche religiose occulte, sobilla le menti, controlla i media, e cospira affinché i poveri complottisti italiani non vincano le scommesse alla SNAI.
La loggia sarebbe combattuta in segreto da una serie di patrioti americani (ma per estensione patrioti in generale, visto che QAnon si è diffusa in tutto il mondo) che mandano avanti un “Piano” di liberazione, incarnati nell’arcano da Q – un utente anonimo di 4chan che ha dato il via a tutta questa storia con le sue profezie sulla caduta dell’oligarchia malefica – e dai suoi sodali e seguaci, incluso Donald Trump. Non è ben chiaro se Trump sia in realtà Q o soltanto un soldato che lotta per il bene (dipende un po’ dal sentimento estemporaneo), fatto sta che la sua amministrazione in questi anni ha rivestito per i seguaci di QAnon il ruolo la pietra angolare nella battaglia contro il Deep State.
I gruppi Telegram dei qanonisti italiani, per questo, sono uno strano mix di teorie arcane mutuate dalle profezie di Q e di analisi piuttosto rabberciate sulle dinamiche politiche statunitensi, sui suoi protagonisti e sui possibili scenari internazionali che si possono sviluppare da esse in funzione della sconfitta del Deep State.
Ho passato diversi giorni a spulciare questi gruppi Telegram, cercando di orientarmi un minimo per capire la loro natura, e devo dire che è stata un’esperienza quasi lisergica. È come essere, allo stesso tempo, in uno scantinato in cui dei nerd famelici discutono di un gioco di ruolo di cui non conosci le regole, ad una lezione sull’interpretazione della Torah, alla peggiore riunione di condominio della storia e ad un convegno sulla macchina legislativa statunitense e sulla politica internazionale.
La prima cosa che mi sento di dire sui membri di questi gruppi, è che hanno davvero tanto tempo a disposizione. Se hai una vita normale – ti nutri, espleti funzioni corporee, devi alimentare il tuo reddito, mandare avanti una relazione sentimentale, dormire – è praticamente impossibile stargli dietro. Spuntano argomenti, discussioni, contro-argomenti, e nuove teorie ad ogni minuto. Il complottismo di QAnon, essendo legato mani e piedi alle sorti dell’amministrazione Trump, muta in base al day-by-day della politica americana e internazionale. Se perdi tre ore di feed, l’intero destino del Deep State è già passato da “finito” a “di nuovo al comando” a “finito ma senza saperlo” a “impossibile da arginare”. C’è quello che definirei “l’effetto farfalla di QAnon”: un tweet di Mike Pence diventa in pochi secondi un messaggio da decodificare per capire l’andamento occulto dell’ordine mondiale. I leader di questi gruppi inviano nuovi contenuti a ciclo idraulico, scrivendo muri di testo per interpretarli, e generando una valanga di commenti.
La questione del tempo da dedicare a QAnon si intensifica se sei un novizio: il linguaggio da insider è pieno di acronimi, pseudonimi, simboli, e giochi di parole.
Si riferiscono continuamente alle profezie “droppate” da Q, e devi conoscerle come le Tavole della Legge – perché rivelano la natura del Piano che i buoni stanno mandando avanti per combattere la setta pedofila. Queste profezie si intersecano fra di loro, generano un ordine di interpretazione talvolta incongruente, ed è facile perdersi. Diventare un adepto di QAnon, insomma, è un po’ come dare un esame di Diritto Privato.
Il tutto si complica ulteriormente per l’elusività del Piano stesso. A volte quest’ultimo si smentisce da solo, volutamente. Alcune azioni dei buoni sono semplicemente diversivi per cogliere in fallo i nemici, “false flag”, e quindi si deve andare a libera interpretazione. Un po’ come un antico testo religioso dalle rivelazioni morali sfumate. I precetti di QAnon non si possono leggere sempre in modo letterale, e i fatti quindi non sono mai del tutto chiari.
La virtù umana più spiccata dei membri di questi gruppi, infatti, è la fede. La maggior parte dei membri crede a tutto quello che viene messo nel gruppo, ed è pronta a reinventare le basi fattuali del proprio credo in base ai cambiamenti. Il Piano prevedeva che Trump sarebbe stato presidente per un secondo mandato, perché era di vitale importanza per gli eventi che lo fosse, e quindi anche dopo la sua sconfitta alle elezioni i fedeli aspettavano che si verificherà qualcosa di inaspettato in grado di mutare il corso degli eventi.
Ma se ciò che si aspettano sembra non avvenire, sono pronti a riconsiderare tutto. Mettiamo che alla fine Trump non riesca davvero a conservare il potere tramite un golpe militare (una delle teorie paventate) o smascherando i presunti brogli elettorali che l’hanno fatto perdere (altra teoria). Bene, anche se andasse così farebbe comunque parte del Piano – anche se il Piano sosteneva l’esatto contrario. Il Piano, insomma, va oltre le sue profezie, ed è profezia stessa: esiste, e quindi si verificherà. Qualcuno ogni tanto prova a mettere in discussione questa logica, ma viene ignorato e rientra nei ranghi. Spesso si invocano preghiere collettive per aiutare la Causa a manifestarsi.
Quello che è accaduto nei giorni successivi all’assalto al Campidoglio è estremamente rappresentativo della natura di questi gruppi. Inizialmente l’intero attacco faceva parte del Piano, era studiato. Poi, successivamente, visto che non stava portando grandi risultati per Trump, in molti l’hanno visto come un false flag.
Altri invece continuano a credere ancora nella prima ipotesi, e vedono indizi di un prossimo golpe militare in alcuni tweet rivelatori.
Nel frattempo altri utenti, travolti dagli eventi, si sono persi nell’interpretazione del “codice morse” che alcuni militari intervenuti al Congresso stavano inviando al mondo tramite il modo in cui si appoggiavano alle staffe del palazzo.
Altri invece litigavano fra loro, cercando di far prevalere la propria interpretazione dei fatti in relazione al Piano.
Altri si scagliavano in invettive contro la censura di YouTube, invocando preghiere risanatorie.
Infine alcuni fra i fan più attivi sono riusciti a trovare una quadra: anche se Trump dovesse uscire sconfitto da questo casino che ha aizzato lui stesso, il Piano non è vincolato a lui. Trump sei stato un grande, ma andiamo avanti.
Tutto è tornato omogeneo, tutto procede insomma. Domani il sole sorgerà ancora, e ci saranno nuovi avvenimenti da analizzare per comprendere il Piano. Anche se io non ci ho capito niente.
In definitiva, infatti, posso dire che il mio sistema cognitivo è uscito piuttosto scosso da questa esperienza. Entrare in un gruppo QAnon è come entrare nella Tana del Bianconiglio sotto speed, armati solo di una croce di legno e di una connesione internet per farsi largo e trovare l’uscita.