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Militanti filorussi sfrecciano per le strade festeggiando il riconoscimento dell'autoproclamata Repubblica Popolare di Donetsk da parte di Mosca. I festeggiamenti, iniziati già la notte precedente, nell'esatto momento in cui Vladimir Putin ha annunciato il riconoscimento, continuano per tutto il giorno successivo. Tuttavia coinvolgono solo una trentina di cittadini al massimo. La maggior parte degli abitanti del Donbass, invece, non mostra reazioni particolari: né entusiasmo né ostilità. La vita continua a scorrere come se nulla fosse successo, i cittadini sono freddi e distaccati rispetto agli avvenimenti politici, quasi apatici. Dopo otto anni di guerra non ne possono più e sperano solo che torni la pace. A prescindere se questa sarà sotto un amministrazione controllata da Mosca o da Kiev.
Foto: Gabriele Micalizzi
Testo: Luca Steinmann
Carri armati russi entrano in Ucraina per prendere formalmente il controllo del Donbass e attaccare l'Ucraina. Il Cremlino lancia così la vasta campagna militare in cui le truppe regolari russe e le milizie separatiste di Donetzk e Lugansk si scontrano con la resistenza dell'esercito ucraino.
Foto: Gabriele Micalizzi
Testo: Luca Steinmann
Le strade di Gorlowka sono deserte, silenziose, fredde e abbandonate. L'atmosfera in questa cittadina a Nord di Kiev ricorda un film dell'orrore. Qui è tutto grigio: l'asfalto, il cielo, gli enormi palazzoni in stile sovietico, perfino i volti delle persone mettono tristezza. Ovunque si vedono grosse cornacchie nere che camminano sulle strade e che spiccano il volo quando il silenzio viene interrotto dal botto delle esplosioni. Sulla città piovono ogni giorno colpi di mortai e missili provenienti dalle vicine trincee ucraine.
Foto: Gabriele Micalizzi
Testo: Luca Steinmann
Una croce in mezzo al nulla nel cuore della steppa ucraina. In queste sterminate pianure i russi avanzano scontrandosi violentemente contro l'esercito ucraino. Arroccatisi nelle trincee i soldati di Kiev non mollano e lottano uomo a uomo contro il nemico. Intorno a loro solo neve, pioggia e fango. A colpirli oltre alle armi è anche un vento gelido e tagliente.
Foto: Gabriele Micalizzi
Testo: Luca Steinmann
Miliziani filorussi mostrano come trofeo un trofei di guerra strappata al nemico: la bandiera di Pravy Sektor, il partito di estrema destra ucraino che affianca in battaglia l'esercito regolare di Kiev. Gli estremisti di destra si sono arroccati nella città di Mariupol dove tentano di resistere all'avanzata dei russi.
Foto: Gabriele Micalizzi
Testo: Luca Steinmann
Alexander, 81 anni, padre e nonno che insieme alla famiglia si è rinchiuso a vivere in un bunker sotterraneo nel villaggio di Bugas, villaggio disperso nella steppa a sessanta chilometri sud di Donetsk. Controllato dall'esercito ucraino, nel villaggio si è combattuta una feroce battaglia infine vinta dai russi. “Pensavamo di morire, di non riemergere più da là sotto£ dice Alexander. La guerra però non è finita. Un chilometro più avanti russi e ucraini si contendono la cittadina di Valnavaka. I missili e i mortai piovono da ogni dove e la famiglia di Alexander rimane rinchiusa nei sotterranei.
Foto: Gabriele Micalizzi
Testo: Luca Steinmann
Nonostante l'avanzata russa gli ucraini non mollano e oppongono una strenua resistenza. Un mezzo militare del Cremlino viene traforato da raffiche di mitra sparate dai soldati di Kiev, che lo distruggono. I russi pensavano di riuscire ad avanzare rapidamente, invece le loro perdite sul campo di battaglia sono numerose.
Foto: Gabriele Micalizzi
Testo: Luca Steinmann
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