Da ieri Massimo Gandolfini, mente suprema del Family Day, difensore a oltranza della famiglia tradizionale, punto di riferimento del sottobosco antiabortista nostrano e strenuo avversatore dell’eutanasia, è il nuovo consulente del Dipartimento antidroga del governo Meloni.
Date le premesse, è facile intuire quale possa essere la sua posizione sul tema: Gandolfini è a favore dell’equiparazione tra droghe pesanti e droghe leggere. Lo ha dichiarato lui stesso ieri, durante un colloquio telefonico con l’Ansa, dove ha spiegato che la sua azione «si muoverà su tre fronti: il contrasto incondizionato alla droga, l’informazione capillare nelle scuole, la prevenzione e repressione dove è necessario» e che è sempre «stato contrario a ogni tentativo di legalizzazione della cannabis perché da un punto di vista scientifico-tossicologico non esistono droghe leggere». La strada che Gandolfini intende seguire, insomma, è quella del pugno duro e della tolleranza zero nei confronti di qualsiasi tipologia di droga,
La nomina di Gandolfini è stata fortemente sostenuta dal sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano, che con il primo condivide una visione politica ultraconservatrice: Mantovano è, infatti, il fondatore del centro Studi Livatino, un think tank vicinissimo alle istanze del Family Day. Nel 2022, Gandolfini fu anche candidato alla presidenza della Repubblica da alcuni esponenti del suo mondo di attivismo ultracattolico. La scorsa estate avrebbe dovuto prendere parte alle elezioni: il suo nome era scivolato tra le liste di Fratelli d’Italia, ma fu rimosso all’ultimo minuto.
A suggerire il retroterra ideologico di Gandolfini sono anche i titoli dei libri che ha pubblicato negli ultimi anni in veste di autore o coautore, da L’ Italia del Family day. Dialogo sulla deriva etica con il leader del comitato Difendiamo i nostri figli a Non resistere non desistere. Un’alleanza di cura per rispettare la vita e la dignità umana , fino a Droga. Le ragioni del no, pubblicato lo scorso anno e curato proprio da Alfredo Mantovano. La sinossi del testo è tutta un programma: «Il volume illustra gli effetti delle principali sostanze stupefacenti, in particolare dei derivati della cannabis, sul fisico, sul sistema neurologico e sull’equilibrio psichico, facendo riferimento soprattutto agli adolescenti, dimostrando l’improprietà dell’aggettivo “leggera”».