Avete presente quando vostra madre o vostro padre, o i nonni, vi chiedono un consiglio riguardo l’uso di un’applicazione? Quando, per esempio, volete connettervi con loro in videochiamata ma non riescono a usare Zoom? Ecco, le prospettive sono tre: o li aiutate, con pazienza, o rifilate loro un bel “Ok, boomer” oppure potete candidarvi a essere “i nipoti in affitto” matchando con loro quasi vi trovaste su Tinder.
Come propone la start-up Senex, fondata a Bari da Valentina de Caro e Roberto Salamina che hanno maturato il progetto durante il lockdown del 2020. Quando l’unico modo per intrattenere relazioni sociali era affidato alle piattaforme per le videoconferenze, non tutti gli adulti o gli anziani, genitori, nonni e parenti vari, riuscivano a destreggiarsi tra una call su Zoom o un acquisto su Amazon.
Anzi, pochissimi. Secondo le statistiche, in Italia l’86 per cento degli over 65 non ha le competenze di base per utilizzare la tecnologia, anche solo per le funzioni più elementari. E il 75 per cento non si è mai misurato con l’utilizzo di un computer. Meno del 2 per cento degli utenti della rete ha un’età superiore ai 70 anni. Il digital gap diventa un problema di ordine quotidiano a partire, per esempio, dall’uso del green pass che viaggia su smartphone.
Da qui l’idea innovativa di Valentina e Roberto, che a Rolling Stone spiegano il funzionamento di Senex: «Lavoriamo con un sistema di matching. Dalla persona che ci chiama o ci contatta sui social cerchiamo di capire che cosa vuole imparare o qual è il problema da risolvere», raccontano. E a quel punto, conoscendo molto bene i nostri nipoti, capiamo qual è la persona più idonea per poter seguire il cliente che ci ha chiamato. E il nipote o la nipote vanno a casa del cliente e stanno lì un’ora per lezioni o compiti di supporto».
Valentina e Roberto prestano la massima attenzione anche ai progressi della loro clientela «Dopo questa ora, chiamiamo il cliente per chiedergli com’è andata. Per sapere se ha bisogno di imparare altre cose o se si è reso conto che vuole approfondire un argomento piuttosto che un altro. Abbiamo bisogno di capire da parte dell’utente il punto su cui possiamo migliorare e le eventuali prospettive di approfondimento. Per noi è fondamentale per fare in modo che il servizio sia sempre qualitativamente impeccabile».
La nipote o il nipote che prestano il servizio non offrono solo assistenza tecnica. Ma anche chiacchiere, ascolto, calore umano. Soprattutto gli anziani ricevono quella che Valentina definisce “una compagnia in omaggio”. Insomma una sorta di Tinder tramite cui i nipoti aiutano persone in difficoltà.
Come Mario, 76enne in pensione, ex dipendente pubblico: «Ci ha contattati durante la vacanze natalizie – racconta Valentina – perché voleva imparare a usare il computer. Proviene dalla vecchia generazione di impiegati non avvezzi alla tecnologia. Ha matchato con Simone, un ragazzo che ha già svolto dieci lezioni a casa di Mario. Gli ha insegnato a trasferire le foto dallo smartphone al pc, a aprire lo SPID. Il loro rapporto continua tuttora».
Sono tante le storie di richieste di aiuto e di incontri nipoti-anziani nate da Senex. Alla start-up alcuni hanno chiesto anche come scrivere su Word i propri pensieri. Una richiesta che potrete considerare da boomer ma che nasconde, sotto traccia, anche una voglia di essere ascoltati.