Draghi a Bergamo omaggia le vittime del Covid: «Non accadrà più che persone fragili non vengano assistite e protette» | Rolling Stone Italia
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Draghi a Bergamo omaggia le vittime del Covid: «Non accadrà più che persone fragili non vengano assistite e protette»

Il premier nel luogo simbolo della pandemia in Italia, durante la cerimonia della Giornata nazionale per le vittime del Covid ha rassicurato anche sui vaccini

Draghi a Bergamo omaggia le vittime del Covid: «Non accadrà più che persone fragili non vengano assistite e protette»

Massimo Di Vita/Archivio Massimo Di Vita/Mondadori Portfolio via Getty Images

“Lo Stato c’è e ci sarà. Cari bergamaschi avete vissuto giorni terribili in cui non c’era neanche il tempo di salutare i propri cari. Tante immagini hanno colpito l’Italia e il mondo, ma una sola resta indelebile. La colonna dei carri militari. Questo luogo è il simbolo del dolore di un’intera nazione”. Così il premier Mario Draghi, durante la cerimonia della Giornata nazionale vittime del Covid che si è svolta in mattinata a Bergamo, città simbolo della pandemia italiana.

E ha aggiunto: “Non accadrà più che le persone fragili non vengano assistite e protette. Solo così il luogo della memoria sarà il simbolo del nostro riscatto” chiarendo poi che “la sospensione del vaccino AstraZeneca, attuata lunedì con molti altri Paesi europei, è stata una decisione temporanea e precauzionale. Nella giornata di oggi, l’Agenzia Europea dei Medicinali darà il suo parere definitivo sulla vicenda. Qualunque sia la sua decisione, la campagna vaccinale proseguirà con la stessa intensità, con gli stessi obiettivi”.

Al Cimitero monumentale, Draghi ha prima posato una corona d’alloro mentre veniva letta la poesia di Ernesto Olivero che è scolpita sulla stele e, in seguito, ha piantato un tiglio nel Bosco della Memoria, un albero simbolo della longevità, proveniente dal Comune di Biccari, piccolo borgo in provincia di Foggia, che segnerà la nascita ufficiale di questo luogo che vuole essere simbolo di rinascita dopo una tragedia enorme, rappresentata dalla terribile immagine del 18 marzo scorso con i camion militari che trasportavano le tantissime bare dei morti per Covid. 

Una cerimonia molto sentita, nella città più colpita dalla prima ondata, con oltre 3400 vittime ufficiali per Coronavirus anche se quelle stimate sono circa 6000. E il pathos è stato arricchito dall’esibizione musicale del trombettista Paolo Fresu che ha accompagnato musicalmente la cerimonia: “Vorrei rappresentare appunto il suono dell’anima in un luogo che sarà già denso di significato. Però spero che la musica sia quel suono silenzioso capace di portare serenità” aveva spiegato l’artista prima dell’esibizione.

Numerosi gli intervenuti, fra loro il sindaco Giorgio Gori, il vescovo Francesco Beschi, il presidente della Provincia Gianfranco Gafforelli, il prefetto Enrico Ricci, il direttore generale dell’Ats Bergamo Maurizio Giupponi, la direttrice dell’ospedale Giovanni XXIII, un’infermiera e un medico di base. Nel frattempo, il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, ha promulgato proprio in mattinata la legge approvata dal Parlamento che istituisce la Giornata nazionale in memoria di tutte le vittime dell’epidemia da Coronavirus che verrà celebrata il 18 marzo di ogni anno.