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È morto Gino Strada

Il fondatore di Emergency aveva 73 anni

Foto: Marco Piraccini/Archivio Marco Piraccini/Mondadori Portfolio via Getty Images


Gino Strada è morto oggi, venerdì 13 agosto, all’età di 73 anni. A darne notizia è stato Il Corriere della Sera e la conferma è arrivata subito dopo da fonti vicine alla famiglia. Strada soffriva di problemi di cuore. Alle 16 sulla sua pagina Facebook lo staff di Emergency ha scritto: «Il nostro amato Gino è morto questa mattina. È stato fondatore, chirurgo, direttore esecutivo, l’anima di EMERGENCY. “I pazienti vengono sempre prima di tutto”, il senso di giustizia, la lucidità, il rigore, la capacità di visione: erano queste le cose che si notavano subito in Gino. E a conoscerlo meglio si vedeva che sapeva sognare, divertirsi, inventare mille cose. Non riusciamo a pensare di stare senza di lui, la sua sola presenza bastava a farci sentire tutti più forti e meno soli, anche se era lontano. Tra i suoi ultimi pensieri, c’è stato l’Afghanistan, ieri. È morto felice. Ti vogliamo bene Gino».

Nato a Sesto San Giovanni nel 1948, chirurgo di guerra per il Comitato internazionale della Croce Rossa in scenari come l’Afghanistan e la Somalia, nel 1994 Strada ha fondato Emergency, diventata poi una delle più importanti organizzazioni umanitarie al mondo, con la moglie Teresa Sarti (scomparsa nel 2009).

Dopo la laurea in Medicina e Chirurgia alla Statale di Milano nel 1978, si era specializzato in chirurgia d’urgenza. Aveva iniziato a viaggiare tra Stati Uniti, Inghilterra, Sudafrica, ma la sua vocazione lo aveva portato in territori più complicati. Tra il 1989 e il 1994 aveva lavorato con il Comitato internazionale della Croce Rossa in zone di guerra come Pakistan, Etiopia, Perù, Afghanistan, Somalia e Bosnia ed Erzegovina.

Proprio quell’esperienza sul campo lo aveva portato a fondare Emergency, l’organizzazione per la riabilitazione delle vittime della guerra e delle mine antiuomo, che sarebbe diventata Onlus nel 1998 e ONG l’anno successivo.

Il primo progetto fu la riapertura del reparto di chirurgia e di quelli di ostetricia e ginecologia dell’ospedale di Kigali in Ruanda. E tra le più importanti campagne dell’organizzazione ci fu anche quella per la messa al bando delle mine antiuomo, culminata nel 1997 con il trattato internazionale di Ottawa.

Dal 1994 a oggi, Emergency ha operato in 18 Paesi del mondo assicurando cure mediche e chirurgiche gratuite alle vittime delle guerre e della povertà. Negli anni, Strada ha spesso assunto toni forti per criticare i governi italiani, la corruzione nella sanità, la gestione dell’immigrazione, l’attività dell’Unione Europea, il commercio delle armi e gli interessi economici dietro le guerre.

Nel 1999 ha pubblicato il libro Pappagalli verdi: cronache di un chirurgo di guerra, memoir sui teatri di guerra dove Strada era stato impegnato con Emergency.

Su La Stampa di oggi Strada ha firmato un commento sulla situazione in Afghanistan intitolato: Così ho visto morire Kabul.

A novembre 2020 il nome di Strada era stato fatto come possibile responsabile dell’emergenza Covid in Calabria, ipotesi confermata pubblicamente dall’allora presidente del Consiglio, Giuseppe Conte. Strada aveva pero’ replicato in un post sui social di non aver mai ricevuto una proposta formale.

«Amici, come avrete visto il mio papà non c’è più. Non posso rispondere ai vostri tanti messaggi che vedo arrivare, perché sono in mezzo al mare e abbiamo appena fatto un salvataggio», ha scritto la figlia Cecilia su Facebook. «Non ero con lui, ma di tutti i posti dove avrei potuto essere… beh, ero qui con la ResQ – People saving people a salvare vite. È quello che mi hanno insegnato mio padre e mia madre. Vi abbraccio tutti, forte, vi sono vicina, e ci sentiamo quando possiamo».

«Nessuno se l’aspettava. Siamo frastornati e addolorati. E’ una perdita enorme per il mondo intero. Ha fatto di tutto per rendere migliore il mondo. Ci mancherà tantissimo», ha detto commossa all’Adnkronos la presidente di Emergency Rossella Miccio.

Sul suo account Twitter, dove non scriveva da tempo Strada si descriveva come “chirurgo di guerra, fondatore di Emergency, vincitore del Right Livelihood Award 2015 (il premio Nobel alternativo)”. E a sintesi del suo pensiero riportava una frase di Albert Einstein: “La guerra non si può umanizzare, si può solo abolire”.

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