Con un nome che sembra uscito da una fiction Rai, Immuni sarà la app di contact tracing italiana per gestire la famosa “fase 2” dell’emergenza coronavirus. Come riporta Il Sole 24 Ore, è arrivata l’ordinanza per procedere a stipulare il contratto di concessione gratuita della licenza d’uso del software e di appalto del servizio. La app è sviluppata da Bending Spoons, una startup di Milano che si occupa di sviluppo di app per smartphone in cui hanno recentemente investito Barbara, Eleonora e Luigi Berlusconi, in partnership con il Centro Medico Santagostino.
Secondo Domenico Arcuri, commissario straordinario per la gestione dell’emergenza coronavirus, l’app sarà “un pilastro importante nella gestione della fase successiva dell’emergenza”. Arcuri ha spiegato che Bending Spoons ha voluto “fornire un proprio contributo, volontario e personale” per fronteggiare l’emergenza concedendo il codice sorgente e tutto il sistema dell’app in licenza d’uso aperta, gratuita e perpetua, e offrendosi di completarne lo sviluppo sempre gratuitamente.
Secondo quanto stabilito dall’Unione Europea, la app dovrà usare è il bluetooth per stimare con precisione di circa un metro la vicinanza tra una persone a l’altra e avvertire se si è venuti a contatto con una persona positiva al COVID-19. Non dovrà invece raccogliere dati sulla posizione delle persone e sui loro movimenti, perché non si tratta di dati necessari e che creerebbero solo grossi problemi di privacy. I dati dovranno rimanere anonimi e la app dovrà usare un ID anonimo e temporaneo.
Nonostante tutto questo, mentre i complottisti italiani stanno già parlando della app come di una specie di microchip sottocutaneo con cui il governo vuole controllarci con la scusa del coronavirus, la verità è che probabilmente il contact tracing all’italiana sarà ben poco efficace. Le regole europee che Immuni dovrà rispettare, infatti, prevedono anche il requisito della volontarietà – scaricare l’app non potrà essere obbligatorio, ma si dovrà fare affidamento sul senso civico delle persone.
Anche mettendo da parte i soliti dubbi sulla capacità degli italiani di fare sacrifici negli interessi generali della società, è chiaro che si tratta di un grosso problema di fondo visto che il senso dovrebbe proprio essere quello di monitorare tutti per individuare e arginare subito le occasioni di contagio. Inoltre il contact tracing, da solo, non risolve nulla: può essere solo parte di una soluzione che preveda anche un massiccio impiego di test e un’azione tempestiva per isolare i nuovi contagi.