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Il Vaticano ha protestato ufficialmente contro il ddl Zan

In un atto senza precedenti, la Segreteria di Stato vaticana ha chiesto all'Italia – con una nota ufficiale – di modificare la proposta di legge perché, così com'è, violerebbe il Concordato tra i due Paesi

Oggi è la giornata mondiale contro omo-bi-transfobia. Foto: Fernando Lòpez

Oggi è la giornata mondiale contro omo-bi-transfobia. Foto: Fernando Lòpez

Il ddl Zan sull’omotransfobia continua a essere un tema controverso della politica italiana. Ma se prima i suoi oppositori erano solo in Italia, adesso sono anche all’estero – in Vaticano. 

Con una nota diplomatica ufficiale, la Segreteria di Stato vaticana ha chiesto all’Italia di modificare la proposta di legge – al momento in fase di esame da parte della Commissione giustiza del Senato – perché, così com’è ora, violerebbe il Concordato tra Italia e Chiesa cattolica. È un atto senza precedenti: mai prima d’ora il Vaticano era intervenuto riguardo una proposta di legge dello Stato italiano.  

Come riporta Il Corriere della Sera, la comunicazione arriva da Paul Richard Gallagher, segretario per i rapporti con gli Stati della Segreteria vaticana. “Alcuni contenuti attuali della proposta legislativa in esame presso il Senato riducono la libertà garantita alla Chiesa Cattolica dall’articolo 2, commi 1 e 3 dell’accordo di revisione del Concordato”, afferma il Vaticano riguardo al ddl Zan. Il riferimento è all’accordo di Villa Madama firmato nel 1984 dall’ex premier Bettino Craxi e dalla Chiesa cattolica per sostituire i Patti Lateranensi del 1929. 

Nello specifico, secondo il Vaticano il ddl Zan viola il Concordato perché istituisce per legge una Giornata nazionale contro l’omofobia obbligando le scuole a organizzare attività per celebrarle, non esentando le scuole private cattoliche dal farlo. E, in generale, perché violerebbe la libertà di pensiero e di espressione dei cattolici. 

La Chiesa cattolica si era già pronunciata contro il ddl Zan per bocca della CEI, la Conferenza Episcopale Italiana, nel 2020. In quell’occasione la CEI aveva sostenuto che “esistono già adeguati presidi con cucci prevenire e reprimere ogni comportamento violento o persecutorio” e il suo presidente Gualtieri Bassetti aveva detto che “una legge che intende combattere la discriminazione non può e non deve perseguire l’obiettivo con l’intolleranza”.

In teoria in caso di presunta violazione del Concordato o di problemi nella sua applicazione Italia e Vaticano dovrebbero cercare una “amichevole soluzione” tramite la convocazione di un’apposita commissione.