La Giamaica ha avviato le procedure per privare la regina Elisabetta della carica di capo di Stato, accelerando il processo che la porterebbe ad abbandonare lo status di paese del Commonwealth – un’organizzazione intergovernativa di 54 Stati indipendenti, tutti accomunati, ad eccezione del Mozambico e del Ruanda, dalla passata appartenenza all’impero britannico.
Lo ha rivelato il quotidiano inglese The Independent, che ha spiegato che una figura di alto spessore tecnico all’interno del governo è stata nominata con l’obiettivo principale di agevolare la transizione della Giamaica da monarchia parlamentare a repubblica.
La notizia è arrivata a pochi giorni dalle proteste scatenate dalla visita di Kate Middleton e William, che hanno visitato Kingston nel corso del royal tour caraibico, iniziato lo scorso 20 marzo. Nell’isola, infatti, ha acquisito importanza una coalizione composta da intellettuali, politici e leader di altri settori e guidata dalla poetessa Opal Palmer Adisa, che ha intenzione di tagliare definitivamente i ponti con il passato coloniale giamaicano: la memoria dei soprusi compiuti dalla madrepatria è ancora piuttosto nitida nell’immaginario collettivo, e i tempi sarebbero finalmente maturi per un’emancipazione definitiva.
Nei giorni scorsi, la stessa coalizione ha anche pubblicato una lettera in cui chiedeva che la Gran Bretagna si scusasse e concedesse le adeguate riparazioni alla sua ex colonia. Il passaggio più evocativo della lettera recita: «Re, regine, principi e principesse appartengono alle fiabe, non alla Giamaica!». Che dire: won’t you help to sing, these songs of freedom?
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