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#IoColtivo, la campagna di disobbedienza civile per legalizzare la coltivazione di cannabis

Secondo una sentenza della Cassazione, la coltivazione di cannabis deve diventare un semplice illecito amministrativo: alcune associazioni hanno lanciato una campagna perché il Parlamento si muova

La Million Marijuana Marc a Roma nel 2019. Foto Antonio Masiello/Getty Images

Lo scorso 19 dicembre, la Corte di Cassazione ha pronunciato una sentenza storica su un tema che nel 2020 è purtroppo ancora controverso nel nostro Paese: la coltivazione di cannabis per uso personale. La sentenza, che è stata depositata ieri, afferma che “le attività di coltivazione di minime dimensioni svolte in forma domestica destinate ad uso personale” non costituiscono reato.

Di fatto, la sentenza depenalizza la coltivazione di cannabis per uso personale, considerandola alla pari della detenzione per uso personale come un semplice illecito amministrativo, e indica la necessità di cambiare l’articolo 73 del Testo Unico sulle droghe. Per attirare l’attenzione su questo punto, una serie di associazioni della società civile come Meglio Legale, Dolcevita e l’Associazione Luca Coscioni, supportate dalla parte politica che storicamente più si è battuta per questo tema, cioè i Radicali, hanno organizzato per lunedì prossimo “una grande iniziativa di disobbedienza civile”.

L’iniziativa si chiama #IoColtivo e, dicono gli organizzatori, è “aperta alla partecipazione e al sostegno di altre associazioni e singoli cittadini che credono che la legge italiana vada cambiata”. L’idea è invitare quanta più gente possibile a piantare un seme di cannabis. È “un gesto, una dimostrazione che ha come obiettivo quello di invitare il Parlamento a seguire il chiaro indirizzo che proviene dalla più alta Corte di Giustizia italiana in materia penale: decriminalizzare la coltivazione per uso personale”, ha spiegato in un comunicato stampa Antonella Soldo, portavoce di Meglio Legale.

“#IoColtivo è affermazione civile volta ad ottenere una giustizia più equa e razionale, libera di perseguire i reati più gravi e fare una vera e propria guerra al narcotraffico. E’ una battaglia di civiltà e sono invitati a farla tutti i cittadini maggiorenni disposti a coltivare una sola pianta e a rendere pubblico l’eventuale svolgimento dell’iter giudiziario. Il Parlamento, anche in una fase così delicata come quella dell’emergenza Coronavirus, non può venire meno dalla sua funzione legislativa. Questa è una battaglia che merita il più ampio sostegno civile”.

 

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