Ieri pomeriggio un volo Ryanair che viaggiava da Atene a Vilnius, in Lituania, è stato costretto a deviare dalla sua rotta e atterrare a Minsk, capitale della Bielorussia, per permettere al governo bielorusso di arrestare uno dei passeggeri: il giornalista e attivista 26enne Roman Protasevich, tra i fondatori del canale Telegram di opposizione Nexta.
Stando alla ricostruzione di Reuters, l’aereo stava sorvolando la Bielorussia ed era quasi entrato in Lituania quando ha ricevuto un allarme bomba a bordo: a quel punto è stato affiancato da due caccia dell’aviazione bielorussa che l’hanno accompagnato all’aeroporto di Minsk – anche se lo scalo più vicino, in realtà, era l’aeroporto di Vilnius – per dei controlli di sicurezza. Una volta atterrato, la polizia bielorussa è salita a bordo e ha arrestato Protasevich. Secondo Belta, l’agenzia di stampa governativa bielorussa, l’ordine di dirottare il volo sarebbe arrivato direttamente dal presidente Alexander Lukashenko, che governa la Bielorussia dal 1994 e contro il quale dall’estate scorsa vanno avanti nel Paese grandi proteste.
Protasevich è uno dei volti più noti di Nexta, il principale media dell’opposizione bielorussa, ed era fuggito dal Paese nel 2019: il governo bielorusso lo considera un terrorista e ora rischia la pena di morte. Secondo Tadeusz Giczan, direttore di Nexta, Protasevich aveva notato delle persone sospette che lo fotografavano all’imbarco del volo all’aeroporto di Atene e che poi sarebbero salite con lui sull’aereo.
Dure le reazioni da parte dell’Unione Europea. La presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen ha definito l’accaduto “assolutamente inaccettabile” e una violazione delle regole internazionali sul traffico aereo, mentre il presidente della Lituania Gitanas Nausėda ha detto che si tratta di “un evento senza precedenti”.
In realtà, però, un precedente paragonabile esiste: nel 2013 l’aereo su cui viaggiava il presidente della Bolivia Evo Morales, che stava rientrando a La Paz dopo una visita a Mosca, era stato dirottato e costretto ad atterrare a Vienna dopo che diversi Paesi europei – su pressione degli Stati Uniti – gli avevano negato il permesso di attraversare il loro spazio aereo. Anche in quel caso si era trattato di un tentativo (fallito) di arrestare un giornalista scomodo: il whistleblower Edward Snowden, che si trovava a Mosca e a cui Morales aveva offerto asilo politico. A Vienna infatti l’aereo presidenziale di Morales era stato perquisito alla ricerca di Snowden, che però non era a bordo.