Ornella Muti sta subendo da ore il fuoco incrociato della parte più bigotta, bacchettona e benpensante del Paese, divenendo suo malgrado protagonista di una polemica talmente grottesca e sproporzionata da apparire irreale. Eppure è tutto vero.
Un breve riepilogo: ieri, durante una delle pause delle prove al Teatro Ariston, l’attrice ha postato su Instagram una foto con sua figlia Naike Rivelli. Fin qui nulla di strano, non fosse altro che entrambe indossavano un ciondolo a forma di marijuana; un ciondolo che la destra italiana ha trasformato ben presto nel simbolo di una battaglia culturale, anche per via delle recenti prese di posizione di Muti e Rivelli, che da qualche mese hanno sposato la causa della liberalizzazione e della legalizzazione della cannabis per scopi terapeutici, creando anche un’associazione che – stando a quanto riporta il sito ufficiale – ha come obiettivo quello di “fornire supporto ai malati e dar vita a iniziative di green economy”.
Si veda, in merito, il post del settembre scorso “featuring” Luca Bizzarri:
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Le reazioni stizzite sono state tantissime, come quelle di due deputati di Fratelli d’Italia, Federico Mollicone, commissario di Vigilanza Rai, e Maria Teresa Bellucci, capogruppo in commissione Affari Sociali, che hanno fatto sfoggio della loro indignazione in un comunicato ufficiale: «Riconosciamo in Ornella Muti una grande icona del cinema italiano, ma riteniamo improprio il sostegno alla liberalizzazione della cannabis espresso in un post da parte della co-conduttrice di Sanremo», hanno scritto.
E hanno poi aggiunto: «Non vorremmo che Sanremo possa diventare il megafono delle posizioni del fronte della cannabis libera e del referendum. Tanto più di fronte ai recenti fatti di cronaca che vedono coinvolta la sorella di Ornella Muti, Claudia, in una maxiretata per smercio di sostanze stupefacenti. La riteniamo un’esternazione impropria. L’uso della cannabis in Italia è illegale, se non per uso terapeutico».
Ovviamente, non poteva mancare all’appello il prevedibile travaso di bile di Carlo Giovanardi, che con toni appena appena enfatici ha addirittura dichiarato che: «È una cosa tristissima, vedere che si dà spazio a chi promuove questa cultura della morte».
Sanremo 2022 non è ancora cominciato, e abbiamo già i vincitori (della prima polemica).