Forse è tutto perfetto così: si diventa davvero grandi, a livello d’impatto sulla cultura popolare, quando cominciano a fiorire su di voi le teorie del complotto. Avete presente quella secondo cui Paul McCartney è morto ed è stato sostituito da un sosia nel 1966? Appunto, lui è un Beatle. E quella per cui Elvis sarebbe stato ancora vivo a lungo ‒ magari, ehi, lo è ancora ‒ spiaggiato su un’isola deserta dei Caraibi? E certo, lui è il Re del Rock. Ovvio, quindi, che prima o poi potesse toccare anche a Taylor Swift, che da poco ha battuto proprio i record di vendita di Elvis e per chi non lo sapesse ha avuto un 2023 niente male, in cui è diventata un’ossessione per milioni di persone in tutto il mondo tanto che Time l’ha eletta pure “Person of the Year“.
La storia: Swift, oltre che una grande popstar, sarebbe anche «un’agente sotto copertura» del Pentagono ‒ e quindi del ministero della Difesa degli Stati Uniti, e quindi dei Democratici, e quindi di Biden ‒ per «fini politici segreti, alle dipendenze di un’unità operativa del Pentagono» stesso per portare avanti «una guerra psicologica». Insomma una roba da Seconda guerra mondiale, quando il governo americano usava le proprie icone pop per fare propaganda, alimentare il consenso in favore degli Alleati e l’umore del Paese, compresi i soldati al fronte. Stavolta però il mostro da colpire non sarebbero i nazisti, ma un nemico interno: Donald Trump. Tradotto: in vista delle prossime elezioni, i Democratici si starebbero avvalendo degli (ehm) proseliti di Swift per mettere in cattiva luce l’avversario e portare acqua al proprio mulino.
Galeotte furono l’ascendente di lei sui giovanissimi e una serie di dichiarazioni, dal 2018 in poi, a favore dei diritti della comunità LGBTQ+, che a destra hanno evidentemente alimentato una certa sindrome dell’abbandono. Prima della svolta pop infatti, quando era “solo” una cantante country, Swift era considerata una rappresentante dei valori conservatori e un idolo da parte dell’alt-right.
Ora, che possa finire al centro di alcune speculazioni di qualche complottista non dovrebbe stupire, e al di là di tutto potremmo leggerlo come una legittimazione. Il punto semmai ‒ ed è il motivo per cui se ne parla ‒ è che questa teoria è stata presa e rilanciata da Fox News, un canale d’informazione storico della televisione americana, peraltro noto negli ultimi tempi per aver ripreso varie teorie della cospirazione senza fondamento, oltre che per una consolidata vicinanza alla destra e a Trump in particolare. Qui il “merito” è di Jesse Watters, tra i più famosi conduttori dell’emittente, che ha montato e tagliato vari punti di una vecchia conferenza del Pentagono del 2019 per dimostrare che il Ministero già allora la volesse trasformare «in una risorsa»; e giù a congetturare.
Tra l’altro nei giorni scorsi, come ricostruisce La Stampa, vari esponenti dell’alt-right avevano già avallato l’ipotesi di una Swift al servizio della Casa Bianca: Jeffrey Clark, fedelissimo di Trump, l’aveva definita «un cavallo di Troia». Il Pentagono ha dovuto smentire queste voci, con la portavoce Sabrina Singh che ieri, in un incontro con i media, ha definito stizzita tutto questo come una «teoria della cospirazione» che dovranno scrollarsi di dosso (in originale: “shake it off“).
Tra tanto fumo, però, una verità: Swift sa davvero orientare le masse, specie i ragazzi, anche quando si parla di politica. Lo dimostra un suo invito dei mesi scorsi a iscriversi a vote.org, la piattaforma per votare negli Stati Uniti, che ha portato a un aumento delle sottoscrizioni di circa 35mila persone (che però non è detto che voteranno per Biden, s’intende, per quanto i Repubblicani pensino ovviamente di sì). Intanto il vicepresidente della Commissione dell’UE, Margaritīs Schinas, le ha mandato un appello, chiedendole d’invitare anche i ragazzi europei a votare alle prossime elezioni. Per ora la cantante non ha risposto. Ma chissà che, nel caso lo faccia, anche l’estrema destra di casa nostra non possa prendere ispirazione dai colleghi statunitensi per inventarsi qualche teoria del complotto.