Più che un passo indietro, è una corsa all’indietro. La Turchia potrebbe reintrodurre la legge che consentirebbe agli uomini accusati di avere avuto rapporti sessuali con ragazze minorenni di evitare la condanna sposando le loro vittime.
La norma era stata abolita nel 2005 come impegno preso dalla Turchia in previsione della sua adesione all’Unione Europea, ma oggi sta per essere ripresentata in Parlamento. Secondo il quotidiano turco Hürriyet, una delle conseguenze sarebbe che circa 4000 uomini riconosciuti colpevoli di stupro vedrebbero la loro condanna evaporare.
Persino paesi islamici conservatori come l’Egitto si stanno impegnando per impedire agli stupratori di sfruttare questo genere di cavilli legali. Perché allora la Turchia, una nazione piuttosto avanzata sul tema dei diritti delle donne – dove negli ultimi anni è stato revocato il divieto di indossare il velo per le impiegate statali e introdotto un permesso giornaliero di un’ora e mezza per allattare il proprio figlio pensato per le madri lavoratrici – sta erodendo i suoi progressi?
“È un paradosso”, spiega a Rolling Stone Riccardo Noury, portavoce di Amnesty International Italia. “Si tratta di un percorso contrario a quello che in questi anni hanno fatto molti altri paesi, come la Tunisia che ha dato il via al ripudio di queste norme, l’Egitto, il Libano, la Giordania e il Marocco”.
Come si può spiegare?
In molte zone della Turchia sopravvive una cultura che vede i rapporti sessuali prima o fuori dal matrimonio come un elemento di disonore. Ci sono tantissime storie di ragazze che, dopo avere subìto violenza sessuale, sono state addirittura allontanate dalle famiglie: era come se non fossero più monetizzabili. Questa proposta di legge ha un obiettivo legato all’onore. Come si fa a rimediare al disonore di una donna stuprata? Lo stupratore la sposa e “risolve” il problema. Certo, da qualunque punto di vista la si guardi, è una situazione terribile.
La Turchia sembrava sostenere i diritti delle donne, però.
In realtà, quello che abbiamo verificato è sempre un certo contrasto tra norme scritte e la loro attuazione. Ad esempio, c’è una legge che vieta i matrimoni precoci, con le ragazze sotto i 18 anni. Eppure due anni fa lo stesso governo turco ha fatto preparare un report sulle spose bambine ed è emerso che, in 10 anni, dal 2008 al 2018, c’erano stati quasi 500 mila matrimoni precoci.
Questa norma rischia di legittimare questi matrimoni. E le famiglie che ne diranno?
Non si può generalizzare, ma in ogni Paese in cui sono state adottate queste norme uno dei temi usati per giustificarle era che servivano per salvare l’onore di entrambe le famiglie: una non si ritrova con il maschio in galera, l’altra si scarica il peso di una ragazza non più maritabile perché non più vergine.
E nei Paesi dove questo sistema è stato sovvertito, che cosa è successo?
In almeno 5 o 6 nazioni le campagne delle attiviste donne hanno costretto i parlamentari ad abrogare queste norme. Sono stati movimenti legislativi molto rapidi: quando un Paese fa un passo, poi scatta l’emulazione altrove. Tutto è partito nel 2012, quando una ragazza marocchina di 15 anni si è uccisa con il topicida pur di non sposare il suo stupratore: la vicenda ha scatenato un’onda lunga che si è propagata in tanti altri paesi.
Potrebbe succedere lo stesso anche in Turchia?
Sì, certo, perché esiste un movimento di attiviste per i diritti delle donne molto importante: non è scontato che questa legge venga approvata. Per come è composta l’assemblea legislativa turca non mi aspetto ostacoli di natura parlamentare, ma è possibile che vengano sollevati rilievi di incostituzionalità perché questa norma, di fatto, legittimerebbe i matrimoni sia forzati che precoci.
Qual è il peso di Erdogan in questo disegno di legge?
Erdogan ha una personalità e una cultura politica molto conservatrici e si è fatto promotore di provvedimenti molto retrogradi e misogini: non c’è dubbio che questa proposta di legge possa farsi strada in questo ambiente. La sua idea di società unita è quella in cui la famiglia è un valore portante e tutto ciò che devia da questo concetto va messo in discussione e neutralizzato con norme che, pure in un modo perverso, creino famiglie. Che poi queste famiglie siano composte da uno stupratore e da una ragazzina stuprata, a Erdogan interessa poco.