25 agosto 2020. Da tre giorni la città di Kenosha, nel Wisconsin, è in agitazione: il 23 agosto, un ufficiale di polizia ha ferito gravemente un uomo afroamericano di 29 anni, Jacob Blake, sparandogli quattro volte alla schiena mentre scendeva da un’auto. Il giorno dopo, nelle proteste, alcuni veicoli della polizia vengono danneggiati, e sia il tribunale locale che alcuni negozi della città vengono vandalizzati. La Guardia nazionale del Wisconsin viene schierata. La polizia spara gas lacrimogeni sulla folla.
La tensione è alta: dall’omicidio di Breonna Taylor e George Floyd in primavera, non si è più smesso di scendere in piazza a denunciare la violenza strutturale delle forze dell’ordine, specie contro gli afroamericani. Il movimento #BlackLivesMatter ha già portato milioni di persone nelle strade in oltre 500 città degli USA, e per la prima volta si parla ad alta voce della possibilità di distribuire un po’ dei tantissimi fondi dedicati alla polizia ad altri servizi che aiutino le comunità in difficoltà. Tra i conservatori aleggia lo spettro degli Antifa, attivisti di sinistra radicale che secondo Donald Trump, ancora presidente, sono un gruppo terroristico responsabile di qualsiasi violenza si sia registrata durante le proteste.
Nonostante il coprifuoco imposto dal governo locale, le proteste a Kenosha attirano in strada sia attivisti di sinistra che milizie di destra. Tra loro ci sono i Boogaloo Boys, i cui aderenti parlano da anni su Internet di voler innescare una seconda guerra civile negli Stati Uniti, e un gruppo di motociclisti con tanto di “accette, mazze da baseball e armi da fuoco”. Organizzatesi su gruppi online, le milizie si radunano fuori da una concessionaria d’auto che era stata gravemente danneggiata durante le prime notti di agitazioni, affermando di essere lì per proteggere l’attività dai saccheggi.
Tra loro c’è Kyle Rittenhouse, 17enne arrivato da Antioch, Illinois, a 40 km di distanza. Ha un kit medico e un fucile. In un’intervista sul campo, sottolinea di avere il fucile, ovviamente, per autodifesa – anche se il Wisconsin proibisce il possesso di un’arma da fuoco ai minori di 18 anni. che glorificano la polizia.
Poco prima di mezzanotte, Rittenhouse comincia a scontrarsi con un gruppo di manifestanti che stanno prendendo di mira la concessionaria. Inseguito da uno di loro, Joseph Rosenbaum, che gli tira dietro una borsetta di plastica, si gira e gli spara, uccidendolo. Allarmate da quanto sta succedendo, altre persone gli corrono dietro, cercando di sottrargli l’arma. Uno di loro, Anthony Huber, prova a colpire il ragazzo con uno skateboard: a distanza di pochi centimetri, Rittenhouse spara anche a lui. Infine gli si avvicina un altro uomo, Gaige Grosskreutz: ha un cappello con scritto PARAMEDICO, ma in mano ha una pistola. Gli sta chiedendo cos’ha fatto, se ha sparato a qualcuno. Rittenhouse gli spara al braccio che tiene la pistola, recidendogli il bicipite. Nei video si sentono almeno altri 16 colpi di arma da fuoco.
Non riconoscendo il 17enne come il responsabile della sparatoria, la polizia gli dice di andarsene. La mattina dopo, Rittenhouse si costituisce con l’accusa di omicidio intenzionale di primo grado. Le accuse sono sei, tra cui omicidio colposo di primo grado contro Joseph Rosenbaum, punibile con la reclusione fino a 65 anni; omicidio volontario di primo grado contro Anthony Huber, punibile con l’ergastolo senza possibilità di libertà condizionale; e tentato omicidio volontario di primo grado nei confronti di Gaige Grosskreutz, punibile con la reclusione fino a 65 anni.
Il 19 novembre 2021, dopo un processo a tratti farsesco per l’evidente simpatia del giudice nei confronti di Rittenhouse e dei contromanifestanti, il ragazzo è stato completamente assolto. Il giudice ha creduto alla posizione della difesa, secondo cui Rittenhouse ha agito totalmente per autodifesa dopo essere stato attaccato dai manifestanti. Secondo l’accusa, invece, le sue azioni dimostravano, se non l’intenzione di uccidere, almeno un totale disprezzo nei confronti della vita umana.
Come riassume il Washington Post, a seconda dei punti di vista Rittenhouse è stato dipinto in modi completamente diversi. “Per molti di destra – compresi i gruppi per i diritti delle armi, i lealisti di Trump e i suprematisti bianchi – è un eroe popolare, un vigilante per la giustizia che si era opposto a una folla inferocita”, scrivono Griff White e Hannah Allam. “Gli americani di sinistra, inclusi gli attivisti per la giustizia razziale, i sostenitori del controllo delle armi e chi vuole riformare la polizia, hanno visto qualcosa di molto diverso: un giovane dal grilletto facile che aveva usato incautamente la sua AR-15 per intensificare una situazione già caotica, spostandola nel regno della violenza mortale”.
Una cosa, però, è certa: la sua assoluzione manda un messaggio ben preciso. Secondo il governatore della California Gavin Newsom, il verdetto comunica alle milizie di tutto il Paese – che, secondo il Southern Poverty Law Center, sono almeno 169, senza contare i vari Proud Boys e sostenitori di QAnon non organizzati – che “si può infrangere la legge, portare in giro armi costruite per un esercito, sparare e uccidere persone e farla franca”.
Newsom non è l’unico a temere il peggio: come scrive Jeremy Stahl su Slate, il verdetto getta benzina sul fuoco di una nazione in cui vige una florida cultura delle armi e le persone convinte di essere prodi vigilanti si sprecano. “Esonerando Rittenhouse, la giuria ha concesso la licenza a ogni estremista violento in America di armarsi e cercare guai tra i loro avversari politici, ovunque si trovino”, aggiunge George Chidi su The Intercept. “Con questo verdetto inizia oggi il conteggio delle vittime. Ogni volta che un Proud Boy o un neonazista apre il fuoco contro un raduno di Black Lives Matter o un suo equivalente in futuro, avrà la difesa di Rittenhouse sulle labbra. Il fatto è che non puoi condannare un uomo per le cose che temi che gli altri faranno in suo nome. Non è un argomento legale; è un argomento politico”