L’11 settembre è la giornata più solenne del calendario degli Stati Uniti. L’attentato terroristico che 17 anni fa ha ucciso quasi 3mila persone è ancora fresco nella memoria di molti, e non c’è occasione più giusta per mostrare rispetto e pietà, soprattutto per il commander-in-chief. Il presidente Trump ha passato la mattinata guardando una puntata registrata di Lou Dobbs Tonight (un talk politico, ndt) e sfogandosi su twitter a proposito dell’indagine sui russi e le elezioni.
“We have found nothing to show collusion between President Trump & Russia, absolutely zero, but every day we get more documentation showing collusion between the FBI & DOJ, the Hillary campaign, foreign spies & Russians, incredible.” @SaraCarterDC @LouDobbs
— Donald J. Trump (@realDonaldTrump) 11 settembre 2018
Alcuni minuti più tardi, il presidente ha condiviso un post del social media director della Casa Bianca, Dan Scavino, a proposito di una petizione per trasformare l’11 settembre nel “Patriots Day 2018”. Poi è tornato alla svelta nella sua comfort zone. Lou Dobbs starnazzava di nuovo in tv, e c’erano ancora tweet improbabili da twittare. Poco dopo, il presidente è partito per un servizio funebre a Shanksville, in Pennsylvania – dove sono morte 40 persone, i passeggeri che hanno impedito che il volo United 93 si schiantasse su Capitol Hill. Prima di chiudere la valigia, però, un altro attacco al dipartimento di giustizia.
This is before he heads to the new memorial to the Shanksville victims to commemorate a horrific day. https://t.co/DRfG10ODxI
— Maggie Haberman (@maggieNYT) 11 settembre 2018
Il presidente è arrivato in Pennsylvania pieno d’entusiasmo, pronto per un po’ di commemorazioni tragiche in pieno Trump-style.
.@realDonaldTrump First Lady Melania Trump greet supporters as they arrive in Johnstown, PA to attend the Flight 93 September 11 Memorial Service in Shanksville, PA pic.twitter.com/SRMBvlDLKJ
— Doug Mills (@dougmillsnyt) 11 settembre 2018
La relazione tra Donald Trump e l’11/9 è sempre stata particolare, per non dire irrispettosa. È un newyorkese, la sua identità è strettamente collegata con quella della città, e viene da pensare che sarebbe orgoglioso di mostrare rispetto per chi quel giorno ha perso la vita; ma come succede nelle relazioni tra Trump e qualsiasi cosa, non è riuscito a trattenersi e ogni volta che ha potuto ne ha fatto una questione personale. Durante un’intervista per Bloomberg, non più di due settimane fa, il presidente ha fatto riferimento al momento in cui George W. Bush ha parlato a Ground Zero con un megafono. «Io sono un presidente molto popolare, e alla gente non piace dirlo, capisci», ha detto. «In realtà, il sondaggio sui repubblicani è pubblico, sono i numeri più alti che ci siano mai stati, con l’eccezione di un piccolo periodo di tempo con il megafono. Ma quel periodo è durato quasi una settimana».
In campagna elettorale, sia nel 2016 che nel 2015, ha detto – mentendo – di aver visto «migliaia di persone sui tetti del New Jersey, festeggiavano mentre il palazzo veniva giù». Trump usava la storia per giustificare la sua proposta di controllo delle moschee, specificando che il Jersey ha “una grande popolazione araba”. Qualche settimana dopo, ha approvato il provvedimento che ha impedito agli immigrati musulmani di entrare negli Stati Uniti.
Trump ha già usato l’11/9 come strumento politico. «Il World Trade Center è crollato perché Bill Clinton non ha ucciso Osama Bin Laden quando aveva la possibilità di farlo», ha detto durante un dibattito a febbraio 2016. «E George Bush, comunque, George Bush aveva la possibilità e non ha ascoltato i consigli della CIA». Quando il pubblico l’ha contestato, Trump ha detto di aver “perso centinaia di amici” durante l’attentato. Qualche mese dopo, a Buffalo, New York, ha detto di aver rischiato la vita per salvare le vittime dalle macerie.
Here’s video of @realDonaldTrump claiming he helped look for survivors & clear rubble on 9/11. He didn't. He was lying. #NeverForget pic.twitter.com/gvc3MsbaJZ
— Scott Dworkin (@funder) 11 settembre 2018
Sì, la bizzarra relazione tra Trump e l’11/9 precede il suo mandato presidenziale. Nel 2015, di fronte al Congresso, ha difeso l’uso edilizio dell’amianto sostenendo che se il World Trade Center fosse stato costruito con quella sostanza tossica, oggi sarebbe ancora in piedi. Nel 2013 uno dei suoi tweet più famosi: “vorrei estendere i miei migliori auguri a tutti, haters e losers, in questo giorno speciale, l’11 settembre”. Il tweet è stato cancellato durante la campagna elettorale, ma è ancora nella sua timeline.
“@realDonaldTrump: I would like to extend my best wishes to all, even the haters and losers, on this special date, September 11th.”
— Donald J. Trump (@realDonaldTrump) 12 settembre 2013
L’esempio migliore di cosa sia per Trump l’11 settembre, della sua totale mancanza di empatia e del suo egocentrismo patologico, però, risale alla mattina dell’attentato. Qualcuno lo chiamò al telefono, chiedeva se l’attentato avesse danneggiato il suo palazzo al numero 40 di Wall Street. Trump disse che senza il World Trade Center, da quel momento l’edificio più alto di Manhattan sarebbe stato il suo. «40 Wall Street era il secondo edificio più alto di Manhattan», ha detto. «Prima del World Trade Center era il più alto. Poi hanno costruito il World Trade Center, ed è diventato conosciuto come il secondo edificio più alto, e ora è di nuovo il più alto».