Ieri sera il premier Conte ha annunciato la chiusura di «tutte le attività produttive che non siano strettamente necessarie, cruciali, indispensabili, a garantirci beni e servizi essenziali». Al momento però non è ancora stato diffuso nessuno testo ufficiale del decreto, e questo significa che per ora non esiste un elenco con indicazioni chiare delle attività produttive che il governo ha individuato come essenziali. Non è ancora stato annunciato nemmeno fino a quando rimarranno in vigore le nuove misure, ma fonti vicine al governo parlano del 3 aprile. In base alla indicazioni di Conte e alle bozze circolate nelle ultime ore, abbiamo provato a fare un po’ di chiarezza.
Supermercati e negozi di alimentari
Ovviamente rimarranno aperti: il premier ha anche sottolineato che non c’è bisogno di andare nel panico e precipitarsi a fare file e svuotare gli scaffali. Non ci saranno restrizioni alla vendita e alla produzione alimentari: rimane quindi intatta la filiera produttiva. I negozi ibridi, che non vendono esclusivamente alimenti, verranno chiusi.
Farmacie e parafarmacie
Rimangono al servizio dei cittadini anche tutte le farmacie e le parafarmacie: per la produzione, il trasporto e la vendita di medicinali non cambia nulla.
Edicole e tabacchi
I giornali continueranno a essere stampati e venduti. Aperte anche le tabaccherie che, però, dovranno spegnere slot machine e monitor in generale: non si potrà più giocare a Gratta e vinci, Lotto e simili, nemmeno online.
Servizi pubblici essenziali
Garantiti il trasporto ferroviario e quello pubblico locale in aree urbane ed extraurbane. Attivi anche taxi e noleggio con conducente. La circolazione delle merci (e quindi l’attività di corrieri e spedizioni), non dovrebbe subire sospensioni. Rimangono aperte banche, poste e assicurazioni.
Attività produttive strategiche
Bisognerà ancora aspettare un po’ per la definizione operativa, e cioè per l’elenco definitivo delle aziende che continueranno a lavorare. Nelle liste circolate finora sono comprese una settantina di voci che, oltre a industrie alimentari e delle bevande, coltivazioni agricole e pesca, comprendono la fabbriche di articoli tessili (sì abiti da lavoro, no articoli di abbigliamento), prodotti chimici, carta, plastica, gomma, alluminio, apparecchiature mediche e dentistiche e raffinazione del petrolio. Si parla poi di fornitura di energia elettrica, gas, aria condizionata, e dei relativi impianti, così come di quelli idraulici, e di raccolta e smaltimento dei rifiuti. Dovrebbero rimanere in funzione anche le attività legate alla manutenzione e riparazione di veicoli e macchinari industriali e quelle finanziarie.