L’ultima di Imen Jane: i follower finti | Rolling Stone Italia
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L’ultima di Imen Jane: i follower finti

Dopo la polemica che l'ha vista protagonista l'influencer aveva perso migliaia di follower. Nelle ultime ore ne ha riguadagnati tanti, ma quasi tutti falsi. E dà la colpa ai suoi nemici che le comprano i follower per screditarla

L’ultima di Imen Jane: i follower finti

Dopo lo scandalo che l’ha vista protagonista insieme a Francesca Mapelli a Palermo, Imen Jane ha perso qualcosa come 50mila follower. Era a circa 350mila prima della polemica che l’ha investita, e al termine del polverone ne aveva meno di 300mila. Adesso però il numero dei follower sul suo account Instagram sta risalendo – però, come hanno fatto notare diversi utenti, c’è un problema. I nuovi follower sono tutti finti. Dei bot, di quelli che si acquistano facilmente online, molti dei quali senza nemmeno foto profilo e con nomi utente impronunciabili.

Gli utenti che hanno segnalato la cosa hanno avanzato l’ipotesi che Imen Jane stia cercando di minimizzare i danni alla sua credibilità subiti dallo shitstorm in cui è finita e che stia comprando migliaia di follower per far vedere che, alla fine, la polemica non l’ha toccata più di tanto.

La diretta interessata si è espressa su questa nuova polemica tramite le sue storie Instagram, scrivendo che non è lei che si è comprata i follower. Qualcuno che la odia glieli avrebbe comprati a sua insaputa per danneggiarla. “Nel frattempo qualcuno ha pensato di mandarmi 1000 follower bot per danneggiare il mio engagement (la metrica più importante sui social). Purtroppo bastano 10 euro e un banale sito di bot, ma Instagram sta già provvedendo a sistemare la questione”, ha scritto.

E poi ha aggiunto: “Intanto ricordo ai professionisti dell’odio che la diffamazione è un reato: chiunque provi a diffamarmi su quesot o altro inccitando e fomentando odio e falsità sul mio conto, verrà raggiunto immediatamente dai miei legali che fanno un lavoro di ricerca attiva. Un grande grazie a chi mi sta aiutando con le segnalazioni. Diffondere odio costa”.