Scomparso ieri a Mosca all’età di 91 anni, Michail Sergeevič Gorbačëv ha recitato un ruolo notevolissimo anche all’interno della cultura pop degli ultimi 35 anni. Come ha scritto oggi Ezio Mauro su Repubblica, «Gorbaciov rappresentò subito per tutto il mondo una rottura iconografica, spezzando per sempre l’immagine compatta e immobile dei capi del Politbjuro schierati come un unico blocco di potere inscalfibile sul granito del mausoleo di Lenin». Abbiamo scelto dieci momenti del Gorbaciov pop per ricordare un uomo che ha cambiato la storia anche dal punto di vista della comunicazione.
Midnight Moskow – Tovarish Gorbaciov (1987)
Dietro questo omaggio della disco italiana ci sono Andrea Mingardi, autore del testo in russo maccheronico, e il tenore Romano Emili, che esclama «Da!» oppure «Niet!» in risposta a diversi luoghi comuni provenienti dall’Unione Sovietica. Dostoevskij? Da! Kalashnikov? Niet! Il successo radiofonico, nell’estate del 1987, è notevole.
Una pallottola spuntata (1988)
Nella prima scena del primo film della trilogia dei fratelli Zucker, Frank Drebin interrompe da par suo una riunione in corso a Beirut tra i leader dei paesi ostili agli Stati Uniti. Non vi spoileriamo la gag che coinvolge l’attore che recita nei panni di Gorbačëv.
Shamen – In Gorbachev We Trust (1989)
In piena perestrojka gli alfieri scozzesi della psychodance dedicano un intero album al leader sovietico. Copertina e titolo parlano chiaro, resterà l’omaggio più eclatante tra quelli arrivati dal mondo della musica.
Wim Wenders – Così lontano così vicino (1993)
Gorbačëv recita nei panni di se stesso nel sequel de Il cielo sopra Berlino. In una Germania riunificata anche grazie alla propria opera, riflette sull’importanza dell’unità tra gli uomini attraverso le parole del poeta russo Fedor Tjutcev.
Pizza Hut (1997)
Lo spot girato per la catena americana di pizzerie viene trasmesso in decine di paesi ma non in Russia. Non tutti i clienti del locale in cui pranza in compagnia di una bimba sono favorevoli al suo operato, ma «A volte niente unisce le persone più di una bella pizza calda da Pizza Hut». Per la pubblicità incassa un milione di dollari, devoluti alle sempre più esangui casse della sua fondazione con sede sul Leningradskij Prospekt di Mosca.
Festival di Sanremo (1999)
Ospite a Sanremo nella prima edizione del Festival condotta da Fabio Fazio, sale sul palco assieme al Nobel Renato Dulbecco per mettere l’accento sull’importanza della gestione della cosa pubblica per il bene dei cittadini.
Vlad Mamyshev Monroe – Ritratto (2000)
L’artista drag russo ritrae il leader con sembianze femminili, l’immagine fa il giro del mondo e finisce sulla copertina di svariati magazine. L’opera è esposta al museo d’arte moderna di Mosca.
Louis Vuitton (2007)
Nello scatto di Annie Leibowitz, Gorbačëv passa accanto ai resti del muro di Berlino. Dal suo borsone di lusso spunta un giornale il cui titolo fa riferimento all’assassinio di Alexander Litvinenko, ex membro del KGB. Sia Vuitton sia l’agenzia pubblicitaria Ogilvy & Mather smentirono ogni intenzione di trasmettere un messaggio politico.
Stefano Incerti – Gorbaciof (2010)
Toni Servillo è Gorbaciof, cassiere del carcere di Poggioreale con il vizio del gioco. Il suo soprannome è dovuto a una voglia sulla fronte che in linguaggio scientifico si chiama nevo vinoso, una malformazione dei vasi capillari della cute.
Werner Herzog – Herzog incontra Gorbaciov (2018)
Sei mesi di interviste e ore di filmati di repertorio attraverso cui il regista tedesco racconta il percorso del leader sovietico, del quale questo film è uno dei possibili testamenti politici.