MyMilitia, il sito come Tinder ma per i gruppi armati di estrema destra | Rolling Stone Italia
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MyMilitia, il sito come Tinder ma per i gruppi armati di estrema destra

MyMilitia è un social network nato per mettere in contatto gli estremisti di destra che vorrebbero fare parte di un gruppo armato e i gruppi armati attivi nella loro zona. Cosa può andare storto?

MyMilitia, il sito come Tinder ma per i gruppi armati di estrema destra

MEGAN JELINGER/AFP via Getty Images

Come molti sostenitori di Trump, Brian Maiorana, 54enne di Staten Island, nello stato di New York, non era molto felice dei risultati delle elezioni presidenziali. A differenza di molti suoi concittadini, però, ha deciso di reagire minacciando di far saltare in aria una sede dell’FBI.

Martedì mattina la polizia ha arrestato Maiorana. Nelle carte dell’arresto si legge che avrebbe usato i social per fare minacce violente contro manifestanti e politici. “The Turner Diaries deve diventare realtà”, avrebbe scritto Maiorana, riferendosi a un romanzo del 1978 molto popolare tra suprematisti bianchi ed estremisti di destra che parla di una ribellione armata contro il governo degli Stati Uniti. “Facciamo saltare la sede dell’FBI, per davvero. Tutte le operazioni di omicidi mirati dell’agenzia diventeranno la normalità… ora che le elezioni non valgono più”.

“Il Dipartimento della Giustizia non resterà a guardare mentre persone come l’imputato minacciano di uccidere rappresentanti eletti, manifestanti pacifici e forze dell’ordine semplicemente perché arrabbiati per l’esito di un’elezione”, ha detto Seth DuCharme, procuratore distrettuale di New York. L’avvocato di Maiorana, James Darrow, non ha risposto alle richieste di commento di Rolling Stone.

Maiorana avrebbe una storia personale di violenza verbale in pubblico. Ma soprattutto, nelle carte si legge che aveva un profilo su MyMilitia, un sito che collega migliaia di persone a gruppi armati di estrema destra che operano nella loro zona, dove postava foto di armi con il nickname Proud Patriot Sailor. Secondo VICE MyMilitia è di proprietà di un certo Josh Ellis, un idraulico di Naperville, Illinois, che la scorsa primavera è stato coinvolto nell’organizzazione di alcune proteste anti-lockdown. Il sito consiste di una rete di milizie e di estremisti interessati a far parte di una milizia in tutto il Paese. Ma è anche un deposito di informazioni su come costruire armi, e contiene copie in .pdf di testi come The Anarchist’s Cookbook che spiegano come farsi a casa bombe, lanciafiamme ed esplosivi artigianali. 

Sui forum di MyMilitia si trovano un sacco di fantasie, con molti utenti che parlano di ribellioni armate contro il governo. Ma il sito ha soprattutto una funzione pratica. Secondo Brian Levin, direttore del Center for the Study of Hate and Extremism dell’università della California, il sito è “quasi come un Tinder per gli estremisti”, nel senso che collega le persone che vorrebbero far parte di una milizia con i gruppi armati più vicini a loro o, se non ce ne sono, con altre persone con lo stesso interesse perché ne fondino uno. “Non voglio suggerire che tutti gli utenti del sito sono dei pazzi armati”, dice Levin a Rolling Stone. “Ma se fossi un pazzo armato è un posto che frequenterei”. (MyMilitia non ha risposto una richiesta di commento da parte di Rolling Stone.)

Le discussioni più popolari su MyMilitia vanno dalle speculazioni su come sarebbe una guerra civile se scoppiasse nell’America di oggi al panico per notizie false sulla volontà di Biden di sequestrare tutte le armi e portare in America il comunismo. A volte si discute se bisognerebbe dichiarare guerra agli antifa. Molti dei post sono degli inviti a organizzare degli evneti dal vivo, e Rolling Stone ha trovato anche diversi post che incoraggiavano atti di violenza. “Compatrioti, il dittatore comunista Biden e la sua puttana di San Francisco hanno rubato le elezioni con l’aiuto del movimento comunista. Dobbiamo resistere e resistere più di quanto non abbiano fatto i comunisti negli ultimi 4 anni”, si legge in un post. “Dobbiamo fare per le strade uno show come il mondo non ne ha mai visti”. Un altro post parla di dichiarare guerra agli antifa e dice che “sarà una bella stagione di caccia quest’anno, ragazzi”. Un altro post, che parla di come la “sinistra” ha rubato le elezioni per Biden, dice: “Non ci sarà pace dopo questa cosa. Prendete un libro di storia. Dopo questa cosa scorre il sangue perché non c’è un altro posto dove andare quando i ricorsi in tribunale falliscono”.

Alcuni degli utenti hanno parlato del fatto di essere stati bannati dai social network più famosi, che nelle ultime settimane hanno tutti implementato regole più strette riguardo alla violenza e ai discorsi d’odio. “Continuo a prendermi dei ban temporanei su Facebook perchè dico che voglio veder penzolare i politici criminali”, scrive un utente. “Immagino che non gli piaccia pensare a quello che li aspetta… LOL”. Secondo Levin non è affatto soprendente che il giro di vite sulla violenza verbale su Facebook e Twitter abbia portato a un aumento dell’utenza e dell’attività su MyMilitia. “Quando le grandi piattaforme fanno un passo in quella direzione, aumenta l’importanza delle piaccole piattaforme come MyMilitia, dove la gente sa che si può ritrovare”.

L’arresto di Maiorana non è il primo caso in cui MyMilitia è stato collegato ad atti di violenza. Nel 2017 un utente del sito, Michael Hari, avrebbe piazzato una bomba in una moschea di Bloomington, nell’Indiana insieme ad altri membri della milizia di cui faceva parte, i White Rabbits; alcuni giorni prima del suo arresto aveva postato su MyMilitia un invito ad altri gruppi di estema destra di tutto il Paese a unirsi a lui, armati, per protestare contro “gli abusi di FBI e polizia” contro gli abitanti dell sua città. Si è dichiarato non colpevole e sta ora affrontando un processo. 

Secondo la giornalista Talia Lavin, autrice di Cultural Warlords: My Journey into the Dark Web of White Supremacy, dopo il risultato delle elezioni la retorica d’odio su MyMilitia, sito che monitora da mesi, è aumentata in modo spropositato. “C’è stata un sacco di attività nelle ultime settimane. Un saccod i nuovi utenti”, afferma. Questo afflusso l’ha portata a creare la #MyMilitiaChallenge, una campagna in cui gli antifascisti si sfidano a riempire il sito di meme e shitpost con l’obiettivo di farlo crashare, almeno temporaneamente.

Lo scopo della #MyMilitiaChallenge era anche di fare cattiva pubblicità a GoDaddy, dov’è registrato il dominio del sito, e alla Fluid Hosting LLC, proprietaria dei server. Anche se PayPal ha già rimosso MyMilitia dalla sua piattaforma, il sito ha comunque un account per le donazioni e secondo Levin le altre aziende non hanno risposto alla campagna di pressione. (In una dichiarazione, un rappresentante della Fluid Hosting ha risposto di non voler commentare. Un portavoce di GoDaddy ha confermato che dominio è registrato con l’azienda ma ha detto che “non possiamo prendere nessuna misure riguardo ai contenuti del sito” poiché questi non sono ospitati da server di GoDaddy).

“Quando parliamo di un ambiente il cui solo scopo è diffondere terrore, non parliamo di qualcosa di innocuo, a maggior ragione viste le tnesioni sociali che ci sono oggi”, ha detto Lavin. “Ogni situzioni in cui le tensioni sono alte e la gente va in giro armata può scoppiare”. Anche se molti – non tutti – gli utenti del sito stanno in pratica facendo sostanzialmente un gioco di ruolo basato sul terrorismo – a suo dire “questo non cambia lo scopo del sito: organizzare gruppi armati”.

Questo articolo è apparso originariamente su Rolling Stone US