Il mondo in cui viviamo rischia di cambiare completamente dopo la pandemia, passando di crisi in crisi e annullando i passi avanti fatti negli ultimi decenni per quanto riguarda la salute, l’istruzione, la lotta alla povertà. È quello che afferma un nuovo report delle Nazioni Unite, che mette in guardia i leader mondiali sul fare le scelte giuste per il mondo post-Covid. L’obiettivo, quantomai essenziale, è evitare che problemi come la crisi climatica e le disuguaglianze economiche diventino cronici. L’impatto senza precedenti della pandemia di coronavirus, infatti, combinato con la crisi climatica in corso, minaccia di riportare indietro il progresso e lo sviluppo umano.
L’autore principale del report è Pedro Conceição, direttore dell’UN development programme. A suo dire, le scelte che i governi prenderanno oggi e nella fase post-pandemia influiranno per molti anni sulle società di tutto il mondo. “Stiamo mobilitando risorse finanziarie senza precedenti per affrontare la pandemia e possiamo usarle in modi che aumenteranno le disuguaglianze o in modi che ridurranno la pressione sul pianeta”, afferma Conceição. “Queste decisioni stanno venendo prese proprio in questo momento. Le coseguenze sono di frotne ai nostri occhi. Il cambiamento climatico può sembrare per molti una cosa remota, ma sta già accadendo, ne vediamo le conseguenze. Non c’è tempo da perdere”.
Secondo un’indagine del Guardian, i Paesi che avevano promesso di seguire una strategia di ripresa “green” per il post-pandemia non stanno per ora mantenendo le promesse e stanno investendo invece sulle industrie inquinanti già esistenti. Gli esperti hanno messo in guardia che il tempo a disposizione sta per finire e che i fondi che oggi vengono investiti nei combustibili fossili aumenteranno le emissioni per decenni. Le emissioni di gas serra, che questa primavera in molti Paesi erano diminuite per i lockdown, ora stanno già risalendo.
Jayathma Wickramanayake, portavoce dell’ONU per i giovani, ha detto che la maggior parte delle conseguenze dei danni ecologici di oggi peseranno sulle spalle dei giovani. “L’umanità ha ottenuto cose incredibili ma è sempre più chiaro che abbiamo dato per scontato il nostro piaenta. In tutto il mondo i giovani stanno facendo sentire la loro voce, riconoscendo che queste azioni hanno messo il nostro futuro collettivo a rischio. Dobbiamo cambiare la nostra relazione con il pianeta – rendere sostenibile il consumo materiale ed energetico”.
La pandemia ha anche esacerbato le disuguaglianze esistenti. Il report dell’ONU lo sottolinea: la partecipazione delle donne alla forza lavoro in Paesi emergenti come il Messico, il Cile e la Colombia, che in passato stava migliorando, si è ridotta del 10% con la pandemia – in pratica, cancellando in un colpo solo decenni di progressi. Anche le disuguaglianze economiche sono state rinforzate: la pandemia ha sottoposto a stress i sistemi sanitari di molti Paesi e come conseguenza l’accesso alla sanità è diventato più difficile per le persone più povere, e anche in Paesi sviluppati i bambini a cui manca l’accesso a internet non hanno avuto la possibilità di seguire le lezioni quando queste sono state spostate online.
“L’accumularsi delle crisi come nel caso della pandemia mostra che nel nostro mondo iperconnesso e in rapido cambiamento l’ambiente e lo sviluppo umano non sono due cose separate e non sono più separabili. Sono profondamente interconnesse”, ha detto Belinda Reyers, direttrice del Resilience Centre di Stoccolma, Svezia, che ha contribuito al report. “Lo sviluppo umano, d’ora in poi, riguarda anche il prendere decisioni che sono buone anche per il pianeta”.