Nelle ultime ore, a leggere i siti dei principali quotidiani, sembra di vivere dentro un film di fantascienza apocalittica stile Indipendence Day o The Day After Tomorrow. Stiamo parlando della storia del fantomatico “razzo cinese” che sarebbe fuori controllo e starebbe precipitando sulla Terra – cosa che ha portato molta preoccupazione se persino la Protezione civile è dovuta intervenire diramando un’allerta che interessa 9 regioni italiane. La verità, però, è che le cose non stanno proprio così e probabilmente quando il razzo cadrà non ci saranno conseguenze negative di sorta, il mondo non finirà e anzi non ce ne accorgeremo nemmeno.
Ma veniamo ai fatti. Alcuni giorni fa il razzo Changzheng 5B (Lunga Marcia 5B) ha messo in orbita con successo il primo modulo della nuova stazione spaziale che la Cina sta costruendo. Una parte di quel razzo (lo stadio centrale, lungo una trentina di metri e con un peso di 20 tonnellate) sta precipitando sulla terra. Non è la prima volta nella storia dell’esplorazione spaziale che succede una cosa del genere – anzi, è una cosa piuttosto comune. Nel 2018 la stazione spaziale cinese Tiangong-1 è precipitata sulla Terra finendo nell’Oceano Pacifico; nel 1979 la stazione spaziale americana SkyLab si è disitegrata nell’atmosfera sopra l’Australia provocando una pioggia di detriti.
In generale, l’orbita terrestre è piena di satelliti, razzi, stazioni spaziali e via dicendo, e una volta che questi oggetti finiscono di servire alla loro funzione diventano semplicemente spazzatura. Spazzatura che ogni tanto cade giù. Per fortuna, però, a livello di probabilità il fatto che possano fare danni è piuttosto remoto – perché la maggior parte dello spazio sulla Terra è vuoto (o direttamente acqua, oceano), perché in realtà sono oggetti piccoli paragonati alle dimensioni del pianeta e soprattutto perché il grosso dell’oggetto si disintegra nell’atmosfera e a precipitare sono solo dei frammenti.
Per tornare al razzo in questione, al momento viaggia a 7 km al seccondo e si prevede che finisca in una fascia che va dal Portogallo alla Grecia, comrpendendo dunque anche l’Italia. Il grosso dell’oggetto si disintegrerà quando entrerà a contatto con l’atmosfera, ma qualche detrito potrebbe comunque precipitare. Stabilire però precisamente dove è al momento impossibile. Ma secondo le previsioni dell’Harvard-Smithsonian Center for Astrophysics, le possibilità che uno di questi detriti possa colpire in testa una persona è di 1 su diversi trilioni. E direi che è questa la cosa che ci interessa.