Onorevole Salvini, Matteo se posso permettermi, capiamoci: va bene che è stanco, che la sua lunga marcia verso le larghe intese (ops, ho spoilerato) volge al termine, che ha esaurito tutte le combinazioni possibili dei concetti di “risorse boldriniane/ruspa/invasione”, che a quarantottore dal voto uno qualcosa se lo deve pure inventare, però non so, io davvero non so se l’orientamento sessuale di Elsa di Frozen sia uno di quegli argomenti che alla vigilia delle elezioni dovrebbe preoccupare un uomo del suo rango, uno che dice di voler fare il Presidente del Consiglio.
Tuttavia, poiché l’argomento l’ha tirato fuori lei, volentieri si raccoglie il guanto di sfida dialettica: affrontiamo dunque il tema, fatale per i destini di questo sciagurato Paese, dei gusti della principessa dei ghiacci. Per prima cosa, la questione in realtà è più complessa e interessante di come l’ha messa giù lei: Frozen (che lei ben conosce, come ha tenuto a farci sapere) è considerato da sempre il film d’animazione più progressista della Disney proprio perché la protagonista, anziché essere impegnata nella banale ricerca di un principe azzurro, incarna i valori dell’empowerment femminile, della sorellanza, dell’accettazione di sé.
Da anni Elsa è diventata una delle icone del movimento Lgbt e la campagna #giveelsaagirlfriend risale al maggio 2016, ben prima che lei scoprisse il succoso tema della teoria gender presuntivamente insegnata nelle scuole e lo cavalcasse con entusiasmo: insomma, quella della Disney non è una trovata estemporanea ma una scelta più che ponderata, che se confermata sarebbe interessante da tutti i punti di vista (non ultimo la reazione della sua bambina: potrebbe stupirla non facendo neanche un plissé, mi creda).
Secondo, da che mondo è mondo le principesse Disney esistono per realizzare i sogni di noi ragazze. Ebbene, Matteo, ho una brutta notizia: con i tempi che corrono e gli uomini che ci sono in giro, le tendenze saffiche sono oggi un dono del cielo. L’atteggiamento con cui le donne etero guardano le donne gay negli anni è molto cambiato: se prima era di diffidenza e poi di curiosità, adesso è di aperta invidia.
Loro almeno non hanno a che fare con certi uomini, non so se ha presente, che paventano l’avvento di “un mondo al contrario in cui ha più diritto l’immigrato rispetto all’italiano, in cui nelle scuole dicono che non c’è differenza tra maschio e femmina, in cui i bambini giocano coi bambolotti e le bambine a calcio” e altre apocalittiche visioni. Davanti a certe dichiarazioni così viete, bigotte, pressapochiste, come dare torto a Elsa?
Terzo: mancano pochissime ore al silenzio elettorale, è tempo di giocarsi le ultime cartucce. Se l’appassiona il binomio fiabe e sesso, potrebbe dedicarsi a Biancaneve che vive sola con i sette nani o alla zoofilia latente ne La Bella e la Bestia. Oppure ci sarebbero i dettagli: il debito pubblico italiano secondo i dati del bollettino statistico di Bankitalia ammontava nel dicembre 2017 a 2.256 miliardi di euro. Ma con questa, capisco benissimo, farebbe molti meno clic.