Axios, un sito di informazione americano molto affidabile, ha ottenuto in via riservata numerose agende private del presidente Donald Trump, che svelano come ha impiegato il suo prezioso tempo negli ultimi tre mesi. Secondo queste fonti, l’uomo più potente del mondo ha speso il 60% delle sue ore lavorative in un non specificato “Executive Time”.
Questo Tempo Davvero Importante dovrebbe consistere in tempo passato nello Studio Ovale. Ma Trump in genere si sveglia prima delle 6 del mattino e non lascia la sua residenza per le successive cinque ore. Che sfrutta, secondo Axios, «per guardare la Tv, leggere i giornali, e reagire a quello che legge o vede telefonando a suoi assistenti, membri del Congresso, amici, funzionari governativi e consiglieri informali». E, possiamo affermarlo con sicurezza, twittando come un forsennato.
Quindi, in genere verso le 11 o le 11.30, il presidente finalmente si decide ad alzare il culo e lavorare un po’, incontrando il suo chief of staff per essere aggiornato sulle novità di intelligence. L’idea geniale per questo Executive Time, che negli ultimi tre mesi ammonta a 297 ore, è arrivata da John Kelly, il precedente chief of staff, nel tentativo di mascherare il disinteresse di Trump verso un’agenda organizzata.
Axios ha parlato con Chris Whipple, autore del libro The Gatekeepers: How the White House Chiefs of Staff Define Every Presidency, il quale ha ammesso che «non c’è un parallelo storico» alle le giornate mezze vuote di Trump. «La risorsa più importante di qualsiasi Presidenza è il tempo del presidente», ha detto Whipple. «E Trump è il genere di persona che dà un senso nuovo al concetto di “presidenza destrutturata”».