Patrick Zaki è stato finalmente scarcerato. Lo studente egiziano dell’Università di Bologna è libero dopo 22 mesi di reclusione. Eipr, l’Ong per la quale lavorava come ricercatore, ha pubblicato la prima foto fuori dal carcere, in cui abbraccia la sorella. Zaki però «non è stato assolto»: dovrà presentarsi in tribunale per una nuova udienza il 1° febbraio.
باتريك خرج Patrick has been just released! pic.twitter.com/vp0GQ83UOv
— المبادرة المصرية للحقوق الشخصية (@EIPR) December 8, 2021
Era detenuto in Egitto dal febbraio 2020: formalmente il procedimento parla di “diffusione di notizie false dentro e fuori il paese” ma in ballo ci sono questioni politiche. Le accuse riguardano tre articoli giornalistici sul trattamento riservato alla comunità cristiana copta (a cui appartiene la famiglia di Zaki) in Egitto. Il suo legale aveva raccontato che subito dopo l’arresto era stato torturato. Dal carcere di Mansura era stato trasferito alla prigione di Tora (a maggioranza di prigionieri politici) ed era stato detenuto in condizioni degradanti, senza poter comunicare con l’esterno o ricevere visite dalla famiglia (con la motivazione ufficiale dell’emergenza coronavirus).
Negli ultimi anni – complice anche il caso di Giulio Regeni – molti attivisti e personalità politiche avevano rilanciato una campagna di pressione per la sua liberazione, che finalmente ha avuto successo.