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Per Guido Barilla i giovani devono “rinunciare ai sussidi e mettersi in gioco”

"Molte persone scoprono che stare a casa con il sussidio è più comodo rispetto a mettersi in gioco cercando lavori probabilmente anche poco remunerati"

Guido Barilla. Foto: MIGUEL MEDINA/AFP via Getty Images

Ultimamente sulla stampa italiana non si contano gli articoli che prendono di mira i sussidi, il reddito di cittadinanza, il fatto che – a detta degli imprenditori – il lavoro ci sarebbe ma mancano le persone con la voglia di farlo. E pazienza se, come spesso accade, poi si scopre che questo lavoro è sottopagato e sfruttato, con stipendi talmente bassi che a quel punto scegliere di non lavorare e prendere, per dire, il reddito di cittadinanza diventa un’opzione razionale. 

L’ultimo articolo di questo filone è un’intervista uscita oggi su La Stampa a Guido Barilla, che si è espresso anche lui su questo tema. “Molte persone scoprono che stare a casa con il sussidio è più comodo rispetto a mettersi in gioco cercando lavori probabilmente anche poco remunerati”, ha detto Barilla. “C’è un atteggiamento di rilassamento da parte di alcuni che io spero termini perché invece serve l’energia di tutti”. E poi ha fatto un appello ai giovani: “Rivolgo un appello ai ragazzi: non sedetevi su facili situazioni, abbiate la forza di rinunciare ai sussidi facili e mettetevi in gioco. Entrate nel mercato del lavoro, c’è bisogno di tutti e specialmente di voi”.

Queste poche frasi hanno scatenato un polverone. Sui social #Barilla è diventato subito TT con migliaia di tweet riassumibili in un solo messaggio: se gli imprenditori pagassero meglio, la gente avrebbe meno voglia di stare a casa e prendere i sussidi. Con il corollario “da che pulpito”, visto che nella stessa intervista, dopo aver attaccato l’erogazione di sussidi statali per chi non lavora, Barilla si è lamentato che nel suo settore innovare costa e ha suggerito che questi costi vengano in parte coperti dallo stato.

 

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