Sono ore difficilissime per il primo ministro ucraino Volodymyr Zelensky – nascosto in un luogo segreto per coordinare le operazioni dell’esercito nazionale – che nella giornata di ieri è stato accusato da alcune fonti di avere abbandonato Kiev proprio nel momento più caldo della crisi. Zelensky ha rispedito le accuse in un video diffuso questa mattina, in cui ha affermato che «Il nemico mi ha identificato come l’obiettivo numero uno, e la mia famiglia è l’obiettivo numero due. Vogliono distruggere politicamente l’Ucraina abbattendo il capo dello stato. Forze nemiche di sabotaggio sono entrate a Kiev ma io resto qui».
Nel frattempo, l’apparato militare ucraino prova a resistere come può, ricorrendo anche all’extrema ratio: il ministero della Difesa ha chiamato alla mobilitazione ogni cittadino in possesso di armi, compresi gli ultrasessantenni, mentre Zelensky ha invitato gli europei che hanno esperienza di guerra a «venire a combattere in Ucraina». Inoltre, il ministero dell’Interno ha dato il via libera alla distribuzione delle armi, consegnando 18mila pistole e fornendo istruzioni dettagliate per l’autoproduzione di bombe molotov rudimentali.
Dall’altro lato della barricata, la Russia prova a portare dalla sua parte i vertici delle forze armate ucraine per spingerli a rovesciare il governo, rimuovendo il presidente Zelensky e il resto delle autorità della Capitale, che ha definito come una «banda di drogati e neonazisti». Il leader del Cremlino ha inoltre esortato l’esercito a non permettere che civili e individui vengano usati «come scudi umani», spiegando che «sarebbe più semplice trattare» con i militari, come riporta l’agenzia Ria Novosti.
Putin tells Ukrainian soldiers to “take power into your own hands” and not to let “drug addicts and neo nationalists use your families as human shields.” Clear that he has lost the plot. And thousands will suffer as a result. pic.twitter.com/jAj9cTT1dC
— Andrew Roth (@Andrew__Roth) February 25, 2022
Ma, se da un lato apre la strada a un colpo di stato manu militari, dall’altro il leader del Cremlino mantiene aperta – almeno a parole – anche la porta a una soluzione diplomatica: alcuni media di Mosca hanno infatti riferito che la Russia sarebbe disponibile a inviare una delegazione a Minsk, in Bielorussia, per trattare con il governo ucraino.