Creato nel 2013 dal collettivo satirico Diecimila.me, capitanato dall’autore Gaspare Bitetto, l’account Twitter fake di Roberto Casaleggio fu uno dei primi esperimenti di parodia del genere nel panorama italiano, in un momento in cui la politica mainstream sui social assomigliava al Vecchio West.
Ebbe una risonanza mediatica e di pubblico molto importante, è un pezzetto di storia della satira politica italiana su internet, e venne premiato due volte ai Macchianera Internet Awards nelle categorie “miglior fake” e “miglior hashtag”. Era composto da tweet surreali, che richiamavano i temi legati al M5S e l’auta da guru profetico del vero Casaleggio. Oggi l’intera collezione di tweet è in vendita, tramite la tecnologia NFT, sulla piattaforma Valuables by Cent. Il che significa che è possibile, se siete dei collezionisti, diventare i proprietari esclusivi di un pezzetto di satira italiana. Per di più partecipando ad un’iniziativa benefica, perché il 50% del ricavato sarà devoluto alla Fondazione AIRC per la ricerca sul cancro.
Ho fatto due chiacchiere con Gaspare Bitetto, quindi, sia per ripercorrere la storia dell’account, sia per parlare del mondo NFT, che è sempre più in crescita.
Ripercorriamo un po’ insieme la nascita e l’attività del profilo Twitter Casaleggio, che per i tempi fu una grande intuizione.
Casaleggio nasce come account fake satirico, uno dei primissimi esperimenti del genere su Twitter. L’idea fu presa di comune accordo con la redazione del collettivo satirico Diecimila.me, attivissimo all’epoca, e l’idea era quella di creare un account che rimpiazzasse il vuoto di presenza di Casaleggio sui social per creare contenuti divertenti. Con tweet surreali, verbi all’infinito e Darth Vader come immagine di copertina. Ovviamente si capiva subito che era un account parodia, ma purtroppo (o per fortuna) un sacco di gente ci ha preso sul serio e questo ha ingigantito la portata sia dell’esperimento che del fenomeno.
Un fenomeno talmente iconico del Twitter italiano, che adesso è addirittura possibile acquistarne i tweet passati e collezionarli in NFT.
Sì, esatto. Sul portale che gestisce questo tipo di transazioni su blockchain si possono acquistare i singoli tweet in NFT, che diventano delle vere e proprie opere da collezionare. Non c’è un prezzo di partenza, si compra tramite asta, e se la vinci l’NFT viene ricevuto.
Come ti è venuta questa idea? Perché io—nella mia ignoranza—ero a conoscenza di NFT perlopiù legati al mondo dell’arte contemporanea.
Considera che per NFT si intende qualsiasi tipologia di arte digitale. Quindi non c’è molta differenza se si tratta di un’immagine o di un tweet: io non sono un’artista, non disegno, ma ho una carriera da autore, e questo progetto è uno di quelli che mi ha dato più soddisfazione. Soprattutto perché ha avuto un impatto nel mondo reale. Ha fatto effettivamente un po’ di storia dell’internet italiana. Quindi mi è sembrato il modo più adeguato per entrare nel mondo degli NFT.
Hai selezionato dei tweet più famosi da mettere in vendita?
No, ho caricato l’intero account sulla blockchain. Così che ognuno potesse scegliere quello che preferiva. Anche perché la collezione ha una tiratura limitata, in totale sono 897 tweet, e non ce ne saranno di nuovi visto che l’account non è più attivo. Dopodiché c’era anche l’opportunità di usufruire di questo gioco degli NFT per poter fare anche della beneficenza: quindi abbiamo messo tutti i tweet a disposizione. Perché, mi preme ricordarlo, la nostra idea è quella di dare metà del ricavato della vendita all’AIRC.
Quali sono i tuoi preferiti?
Mi stai chiedendo di scegliere tra tantissimi figli (ride). Considera che la linea editoriale che avevamo tenuto sull’account è una linea che doveva fare più o meno la parodia di quella che è la linea politiche del primissimo M5S. C’è la tecnologia, c’è l’ambientalismo, ci sono le riforme per ridurre i costi della politica…ci sono riferimenti a Berlusconi, Bersani e molti altri politici dell’epoca. Se devo proprio scegliere opto per quello che ha ottenuto più successo: lo abbiamo lanciato la notte in cui sono usciti i dati delle elezioni europee del 2013. In quei giorni la campagna social del M5S aveva uno slogan, che era “vinciamo noi”: noi dopo i loro risultati deludenti twittammo “Controllare exit poll, se confermati #vinciamopoi. L’hashtag diventò subito virale, e venne ripreso addirittura dallo stesso Grillo.
Controllare Exit Poll. Se confermati lanciare hashtag #VinciamoPoi
— casaleggio (@casalegglo) May 25, 2014
Tu sei un collezionista di NFT?
Ho degli NFT da parte… cose piccole eh, non ho i fondi per comprare le cose veramente costose. Ma sono un grande appassionato di blockchain e criptovalute, mi interesso a questo mondo dal 2017 e nell’ultimo anno mi ci sto dedicando molto. Sono tecnologie che quando nascono in pochi conoscono, ma che ad un certo punto esplodono.
Che tipo di fruizione comportano?
Li collezioni nel tuo wallet, a seconda della blockchain su cui sono stati coniati. Questa è una cosa che più o meno rimane privata, anche se al momento le aziende si stanno muovendo per renderla pubblica. Quelli famosissimi, come CryptoPunks o i Bored Ape, possono già essere utilizzati come avatar su Twitter. Il futuro sembra essere quello del collegamento fra piattaforme social e blockchain, quindi entrando ancora di più in questo ambiente di contenuti crypto, NFT e criptovalute, portando avanti la policy aziendale del metaverso. Il famoso internet 3.0, dove il digitale assume una “tangibilità”.
Se dovessi cercare di riaprire un profilo fake con quel tipo di impatto, oggi, su chi lo faresti?
Oggi non lo farei. Per il semplice motivo che oggi la realtà politica ha superato qualsiasi tipo di satira, ed è diventata mainstream sui social. Era una cosa nuova all’epoca, mentre oggi andare a fare un’operazione del genere non avrebbe lo stesso successo. Il bello del fare il mio mestiere poi è che ogni volta puoi inventarti qualcosa di nuovo.