Da quando i governi di tutto il mondo hanno iniziato ad adottare misure restrittive per tenere sotto controllo la pandemia da coronavirus, una delle fantasie del complotto maggiormente caldeggiate dai teorici della cospirazione di ogni parte del globo è quella che vedrebbe l’intera umanità sottomessa al giogo di un fantomatico regime autoritario, che starebbe progressivamente limitando i diritti dei singoli allo scopo di instaurare l’ormai celebre “dittatura sanitaria”.
Uno storytelling distorto che, come da copione, ha finito per contaminarsi con tutti gli altri tormentoni che abbiamo imparato a conoscere negli ultimi anni, dando vita a una specie di minestrone cospirazionista in cui è ormai lecito inserire qualsiasi cosa: scie chimiche, terrapiattismo, sirene, scetticismo climatico, cabale occulte di pedofili satanisti che agiscono nell’ombra, strambe teorie del “contagio inverso” e, ovviamente, le immancabili macchinazioni ordite dal magnate ungherese George Soros, il burattinaio camaleontico in grado di acquisire, a seconda delle circostanze, sembianze diverse – fomentatore delle insurrezioni popolari contro i governi di mezzo mondo, speculatore senza scrupoli, pianificatore di grandi sostituzioni etniche, rettiliano a capo del Nuovo Ordine Mondiale e chi più ne ha più ne metta.
In Italia c’è uno sottobosco in cui tutte le fantasie appena descritte riescono a coesistere perfettamente tra loro, incasellandosi alla perfezione come tessere di un puzzle, una comfort zone del complotto in cui questo pastone delirante sembra quasi coerente, interconnesso e sensato. Questo spazio è Radio Greg, un gruppo Telegram composto da quasi 15mila membri definitivamente sprofondati nella Tana del Bianconiglio, perennemente calati in una realtà alternativa in cui propaganda xenofoba, negazionismo dell’Olocausto e attivismo No Vax rappresentano argomenti all’ordine del giorno.
Le discussioni sono partecipatissime e variegate: si spazia da chi sostiene che il virus sia dotato di un segnale elettromagnetico e possa essere “inviato a distanza” a chi pensa che Mario Draghi sia in combutta con la Cina per edificare una “nuova società totalitaria transumanista”; c’è chi rispolvera la bizzarra “teoria di Tartaria”, secondo la quale secoli fa sarebbe esistito un grandissimo impero dominato dai giganti (come dimostrerebbero gli ingressi monumentali delle chiese), chi passa il tempo a offendere Greta Thunberg e chi parla di Katy Perry e della sua presunta passione per la carne umana.
C’è anche chi è convinto che l’arresto cardiaco che stava per costare la vita a Christian Eriksen possa essere in qualche modo collegato all’andamento della campagna vaccinale in Danimarca.
A guidare il lunapark dei complottisti italiani è Gian Luca Gregis, meglio conosciuto come “Il Greg”, un ex venditore d’auto 46enne che, dalla sua casa di Tenerife – dove pare si sia trasferito a causa di alcuni guai con la giustizia – pontifica da anni su qualsiasi ambito dello scibile complottista, dai vaccini al piano Kalergi, fino ai microchip sotto-pelle. Prima di buttarsi nel marasma della “controinformazione”, Gregis si occupava soprattutto di automobili – con una certa competenza, pare – sul suo canale YouTube, “Greg Garage”, che è riuscito a totalizzare più di 60.000 iscritti in meno di due anni. Tuttavia, Gregis ha sin da subito affiancato alla passione per l’automotive quella per i complotti e la disinformazione: dall’inizio della pandemia, infatti, non ha perso occasione per affermare che il Covid sarebbe una bufala montata ad arte da alcuni poteri occulti con l’obiettivo dichiarato di diffondere il 5g – “Dove sono i morti? Non li vedo sono finti. Ma basta con questa teoria, le terapie intensive sono finte. Sono vuote”, ha affermato in uno dei suoi video.
Spulciando le discussioni che tengono banco su Radio Greg, è facile rendersi conto come la maggior parte dei membri attribuisca al proprio guru una valenza quasi messianica: sono quasi tutti convinti che quella pronunciata dal loro leader sia una verità piovuta dall’alto, e per proteggerla sembrerebbero disposti a tutto, anche a ricorrere a soluzioni estreme.
Del resto, lo stesso Gregis è perfettamente consapevole dell’ascendente che è in grado di esercitare sui suoi adepti, e non si fa troppi problemi a utilizzarlo per scatenare violentissime shitstorm verso coloro che etichetta variamente come “inferiori”, “trogloditi”, “zecche”, “gatekeepers” o “metrosessuali” – ossia qualsiasi persona si mostri non conforme al suo frame narrativo preferito, quello della “dittatura sanitaria”. Di solito si tratta di tecnici considerati difensori dello status quo, come i vari Burioni, Basetti e Sileri, ma le ronde di Greg non risparmiano neppure la gente comune.
Anche Geremia Cozza, titolare di una hamburgheria bolognese, ha finito per essere annoverato nella famigerata “Greg list” – la “lista nera” in cui Gregis inserisce coloro che devono essere “abbattuti”. Geremia e la sua compagna hanno sviluppato un sistema di pagamento totalmente cash-free, vietando l’utilizzo delle banconote all’interno del loro locale. L’iniziativa è stata lodata da diversi esponenti politici, tra cui il governatore dell’Emilia Romagna Stefano Bonaccini, che l’ha promossa con un tweet.
Tuttavia, l’idea non deve essere piaciuta a Gregis, che ha pensato bene di sguinzagliare i suoi accoliti e azionare la macchina del fango: “All’improvviso ci siamo trovati inondati da recensioni negative su Google e TripAdvisor, tutte palesemente false, e i nostri dipendenti venivano disturbati in continuazione da telefonate minatorie”, racconta Geremia a Rolling Stone “Dopo qualche giorno, abbiamo ricevuto un messaggio su Instagram da un nostro cliente e abbiamo saputo che il nostro ristorante era finito su Radio Greg e che era stata ordinata una “shitstorm colossale” nei nostri confronti: inutile dire che la nostra credibilità ne è uscita gravemente affossata”.
Insomma, tra linguaggio violento, metodi settari, notizie false e campagne di delegittimazione la Tana del Bianconiglio di Greg è la vera Disneyland del complottismo nostrano. E alla guida c’è di questo contingente di complottisti che hanno perso il contatto con la realtà c’è l’uomo qualunque, un ex venditore di auto che vive a Tenerife.