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Salvini, Temptation Island e le infinite operazioni simpatia di una classe politica che si crede pop

Oggi capire i leader significa seguirli nelle trasmissioni televisive più leggere, possibilmente senza economia. Ma se quello che vogliamo è una politica pop, allora meglio affidare i talk ai concorrenti dei reality

Dettaglio di un post dal profilo Instagram di Matteo Salvini

Salvini è uno di noi quando ignora il protocollo fashion di Enzo Miccio e Carla Gozzi (da 10 anni in onda con Ma Come ti Vesti?! su Real Time) e indossa, nelle occasioni ufficiali, una felpa destinata ai pomeriggi pigri e casalinghi.

Salvini è uno di noi quando investe in una dichiarazione d’amore pubblica per evitare l’inevitabile confronto con la persona amata che per essere parte della nostra vita deve inevitabilmente esistere anche sui nostri social (dove il ministro dell’Interno ha fatto, pubblicamente, l’in bocca al lupo a Elisa Isoardi, sua fidanzata e nuova conduttrice della Prova del Cuoco).

Salvini è uno di noi quando, come lui stesso ha fatto intendere dal suo profilo Instagram, termina una giornata di lavoro gustandosi una puntata di Temptation Island Vip, lo show cult di Canale 5 condotto da Simona Ventura.

La dichiarazione avvia, di fatto, l’operazione simpatia che ogni esponente politico attua per avere un riscontro plebiscitario, per avere quel seguito che si raggiunge se e solo se si inizia a coinvolgere un’audience diversa da quella che naturalmente segue il tal leader.

La passione, condivisibile, di Salvini per Temptation Island Vip ricorda quella di Matteo Renzi per Rambo. Il 1° ottobre 2015, a 6 mesi dall’inizio del suo Governo, l’ex Premier citò il celebre personaggio di Sylvester Stallone durante una direzione del Pd. Rambo, secondo Renzi, è più rilevante dei talk show previsti sulle reti che non trasmettono i film di Stallone.

L’investimento sull’immaginario pop (iniziato nel 1997, nel salotto di Porta a Porta, con D’Alema alle prese con celebre risotto) non è una prerogativa italiana. Anche all’estero i politici attuano la loro personalissima operazione simpatia.

Il primo ministro inglese Theresa May, teoricamente impegnata nella realizzazione della Brexit (in corso dal 2017), per catturare l’interesse del compostissimo Regno Unito (che non prevede coppie gay a Ballando con le Stelle), ha aperto il congresso del proprio partito dimenandosi a tempo di Dancing Queen degli Abba.

Le singole operazioni simpatia hanno provocato un cambiamento. Le sorti del proprio salvadanaio si conoscono ormai seguendo il determinato leader negli spazi destinati a un intrattenimento leggero che teoricamente è tanto più funzionale se non fa economia. Una trasformazione così radicata non si inverte. Una trasformazione così reale può essere solo assecondata e portata al suo naturale compimento. L’occasione perfetta per raggiungere il punto di non ritorno potrebbe presentarsi la prossima primavera, in concomitanza con le elezioni europee.

Se abbiamo deciso che ci piace, per davvero, la politica pop potremmo proporre alla Rai di affidare le proprie tribune politiche ai concorrenti dei vari reality, su tutti Sossio di Temptation Island. Il singolo pensatore, dopo aver dichiarato il proprio voto, illustra il suo pensiero sul tal problema. Poco importa se ci sembrerà di capire molto poco. Siamo, ormai, abituati a una comunicazione basata sulla confusione.

Ad oggi ci sembra che il politico-uno-di-noi lavori effettivamente per noi.

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