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Secondo questo senatore leghista, con il ddl Zan si potranno “acquistare bambini su internet”

Ovviamente è una cazzata, anche perché la legge italiana non è un catalogo IKEA

Ieri pomeriggio il Senato ha cominciato a discutere il ddl Zan sull’omotransfobia. Il primo passaggio ha riguarda le pregiudiziali di costituzionalità avanzate dalla destra, che sono state respinte: il ddl Zan non viola la Costituzione, si può andare avanti.

Il dibattito si è tenuto in un clima da stadio, come è anche logico visto che il ddl Zan si è trasformato nel principale elemento di contesa politica e sociale d’Italia in questo periodo. Ma il punto più alto è arrivato quando il senatore della Lega Simone Pillon – ben noto per le sue posizioni, diciamo così, controverse su temi quali l’identità di genere e simili, si è alzato in piedi per denunciare che con il ddl Zan si potranno acquistare bambini su internet.

Rilanciando la bufala secondo cui il passaggio del ddl Zan renderebbe legale anche la maternità surrogata, Pillon ha paventato la possibilità che l’approvazione della legge renda discriminazione anche solo esprimere opinioni contro il matrimonio omosessuale e la gestazione per altri.

“Chiedo ai colleghi se sarà ancora possibile parlare contro il matrimonio dello stesso sesso o dichiararsi contrari alla maternità surrogata o se tutto questo sarà letto come istigazione alla discriminazione”, ha detto Pillon. E poi ha calato l’asso: “L’attenzione del legislatore deve privilegiare i diritti del bambino che ha diritto alla mamma e al papà e ha diritto a non essere acquistato su internet”.

Ovviamente, visto che il Codice civile italiano non è un catalogo IKEA, non è possibile comprare bambini su internet, con o senza il ddl Zan. Pillon quindi può stare tranquillo – e cercare un’altra bufala per attirare l’attenzione e gettare fango sulla legge.

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